Le Procuratie incombono su piazza San Marco, la circondano e ne scandiscono il ritmo con i loro volumi regolari, imponenti, ripetitivi. È come se rappresentassero l’anima più continentale e rigorosa di uno spazio dove gli occhi vengono inevitabilmente rapiti dalle eccentriche architetture dal sapore orientaleggiante della Basilica e di Palazzo ducale, oltre che dal caotico svolazzare di piccioni e turisti.
Sembra del tutto naturale che queste strutture fossero destinate ad ospitare (per gran parte del ‘900) gli uffici di una delle più grandi compagnie di assicurazioni, quella del leone alato. La presenza delle Generali all’interno delle Procuratie Vecchie risale addirittura alla prima metà dell’800, quando ancora Venezia era sotto il dominio asburgico.
Durante la Serenissima questo edificio era originariamente destinato, come abitazione e luogo di lavoro, ai “procuratori di San Marco“, la carica più prestigiosa dopo quella del Doge, con cui coronare una brillante carriera politica. Da qui il nome. La costruzione partì nel 1512, dopo un incendio che distrusse le precedenti strutture a un piano (risalenti al XII secolo), e con la loro forma Piazza San Marco si trasformò da centro medievale a foro cittadino rinascimentale in stile classico.
Le Procuratie sono rimaste delle silenziose sentinelle della piazza per anni, alla fine degli anni ’80 infatti gli uffici di Generali furono trasferiti nella terraferma veneziana. Il 2022 è l’anno della riapertura, dopo un completo restauro, curato dall’architetto David Chipperfield, che si concretizza anche offrendo ospitalità alle attività della fondazione The Human Safety Net.
Un’ampia parte delle Procuratie Vecchie, in particolare quella al terzo piano, viene resa accessibile al pubblico con un percorso espositivo di 3000 metri quadrati con hall, cafè, terrazza e hub.
