Inaugurato agli inizi di febbraio 2021 in uno spazio industriale di Rastignano appena fuori Bologna, attiguo ad alcuni studi d’artista, TIST – This Is So Temporary – è un progetto curatoriale e artistico nuovo per il panorama bolognese fortemente laboratoriale, e aperto a collaborazioni multidisciplinari.
TIST viene fondato dalla curatrice Yulia Tikhomirova e dall’artista Michele Liparesi.
Ogni mese TIST propone una “mostra breve” di durata di 20 giorni, specializzandosi sui linguaggi che coprono uno spettro artistico dall’installazione alla video arte, dal progetto grafico urbano alla performance inclusiva. Tutto ciò si traduce nella fluidità della natura di TIST, nella sua capacità di cambiare costantemente pelle e offrire opzioni installative differenti rispetto a uno spazio più strutturato di una galleria.
Le attività di TIST affrontano una serie di temi che hanno a che fare con la nostra contemporaneità condivisa: ovvero le questioni sociali, politiche, di genere, le tecnologie nuove e la cultura visiva – attraverso l’arte emergente.
TIST mira ad avviare progetti collettivi con la partecipazione di comunità e gruppi sociali, che spesso non hanno accesso diretto alla produzione culturale. Nello specifico, oltre al target abituale dell’arte, TIST coinvolge i cittadini di Rastignano, essendo un quartiere periferico e molto industrializzato, con poche attività creative o di condivisione sociale per gli abitanti.
TIST è uno spazio inclusivo, dove è possibile sviluppare e praticare forme di conoscenza ed esperienza nuove o precedentemente sottovalutate, all’incrocio tra arte contemporanea e dimensione sociale.
Oltre agli studi d’artista e allo spazio espositivo, TIST ha una zona comune e un giardino che mette a disposizione degli artisti-ospiti. TIST si impegna ad offrire un sostegno concreto ad artisti, soprattutto emergenti, attraverso le residenze creative, le esposizioni, la ricerca critica che affianca la produzione, la possibilità di usufruire degli studi. Attualmente TIST ospita 5 artisti.
Nelle vicinanze si trovano altri capannoni adibiti a studi dai creativi bolognesi. Il pensiero che ci incita a portare avanti il progetto è quello di creare un quartiere dedicato alla ricerca artistica fuori dal centro storico: lontani dai concetti di ‘coworking’ o di riqualificazione speculativa degli spazi, siamo piuttosto interessati a creare un ambiente condiviso e libero della produzione artistica.