Eleganza, precisione, chiarezza. Questi i tratti distintivi della cucina di Stefano Chiodi Latini a Villa Somis, figlio d’arte e promettente chef torinese alla costante ricerca dell’equilibrio tra sapori e consistenze. In ogni suo piatto sono presenti una componente dolce, una salata, una amara e una acida, tra morbidezza e croccantezza, secondo la teoria di Gualtiero Marchesi, che egli stesso dichiara di seguire.
La sua filosofia culinaria può essere scoperta attraverso diversi percorsi: tre, cinque, sette o nove portate, oltre alla carta, con piatti che variano secondo la stagionalità e l’estro dello chef. Alcune creazioni sono davvero inaspettate e sorprendenti, come la versione gourmet della Simmenthal disposta su un giardinetto (un gioco di polveri, germogli, foglioline e ciuffetti di salsine) che sembra un quadro, o il baccalà mantecato con patata viola e racchiuso in uno scrigno che aprendosi libera l’affumicatura in una densa nuvola bianca; infine il bicchiere apparente di meringa in cui viene versato direttamente al tavolo dallo chef lo zabaione caldo.
Villa Somis, la sede del ristorante, è un’elegante residenza d’epoca, location ideale per eventi e ricevimenti sia in inverno sia soprattutto in estate. Nella bella stagione, infatti, i giardini della dimora, dove si può prendere un aperitivo e anche cenare, offrono una vista splendida sulla città di Torino e una piacevole temperatura anche nelle giornate più calde.
La villa ospita anche un ristorante “vegetariano integrale” guidato dal padre di Stefano, Antonio Chiodi Latini, aperto sulla scia delle ultime tendenze vegane e vegetariane. Un locale dove fermarsi per una cucina nitida, raffinata e precisa, curata da uno chef giovane e promettente, in una villa antica in collina con meravigliosi giardini che si affacciano su Torino. Il consiglio in più, quando inizia l’estate, è quello di cenare in giardino per godere della meravigliosa vista sulla città.
Carola Braggio – Ristocratia