“I’m goin’ up the country, baby don’t you want to go?”. Gia nel ‘68 i Canned Heat ci invitavano a scappare dal caos cittadino per rifugiarci in un ambiente salubre e tranquillo: la campagna. Perché non dargli retta? Armatevi di una buona selezione musicale, scaldate i motori e come Christopher McCandless spingetevi “into the wild” (magari in una versione un po’ più soft e rilassante), perché a soli 18 km dall’amata “culla del rinascimento” troverete la Fattoria Lavacchio, che domina la campagna fiorentina del Chianti Rufina.
La tenuta, tutta a gestione famigliare nasce nel ‘78 come idea di “rifugio incontaminato”, per trasformarsi poi in azienda vinicola e gastronomica e convertirsi al biologico nel 2000, quando questo concetto non era così mainstream.
“I’m goin’ to some place, I’ve never been before”
La Fattoria Lavacchio (chiamarla così è un po’ riduttivo) ingloba in sé un eccezionale numero di infrastrutture: 4 case coloniche per il soggiorno (alcune con piscina); un centro equestre western dove poter liberare il Clint Eastwood che è in voi; un mulino a vento che ricorda un’affascinante macchina leonardesca, da cui si ricava la farina per i prodotti da forno; una Bottega ricavata dall’ex frantoio, dove le persone si ritrovano per degustare vini selezionati o birre artigianali con piatti stagionali a km0 e dove è possibile acquistare prodotti agroalimentari; infine un meraviglioso ristorante che capeggia tra le colline che circondano Firenze.
Il ristorante nasce in perfetta simbiosi con l’ambiente circostante, con un’ampia terrazza sfruttabile nei mesi estivi e un arredamento rustico e accogliente nella sala interna, interrotto solo dal cromatismo delle incantevoli ceramiche della famiglia Innocenti.
La cucina è un perfetto connubio tra quella tipica toscana e la nouvelle cuisine, dove i sapori, autentici e genuini, si uniscono ad altri sapientemente abbinati per creare una rivisitazione dei piatti più tradizionali. Ovviamente, da buoni toscani, non poteva mancare la carne alla brace, preparata sulla griglia con carbone a legna, oltre alla carne dal girarrosto.
“I’m goin’ I’m goin’ where the water tastes like wine”
Ma i veri protagonisti indiscussi sono i vini biologici a bassa solforosa della Fattoria. Tra questi spicca il Puro di colore rosso intenso, fresco e fruttato con evidenti note di amarena e mora. Lo stile ricorda molto i novelli, con la differenza che il Puro è un vino naturale, abbinabile a tutto il pasto fino al dolce, specialmente con la cioccolata. Tra i bianchi provate il Pachar perfetto per piatti a base di pesce affumicato, salumi e formaggi stagionati.
Potremmo continuare per ore descrivendovi gli innumerevoli “esemplari” di questa carismatica cantina, vincitori di importanti premi a livello internazionale, che primeggiano tra i prestigiosi vini toscani, ma si è fatta ora dell’aperitivo e crediamo che più di decantare sia l’ora di assaggiare.
“I’m gonna leave this city, got to get away”.
Azzurra Galanti