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Bologna vista da Godblesscomputers tra foto e parole

Written by Godblesscomputers il 24 June 2025

Il 20 giugno scorso è uscito Late Night Dance, il nuovo EP di Lorenzo Nada aka Godblesscomputers, pubblicato per Délicieuse Records. Il disco è un’esplorazione raffinata tra jazz house, deep house e retro house, in cui l’artista dimostra ancora una volta la sua capacità di in grado di fondere influenze moderne e tradizionali in un suono elettronico che appare al tempo stesso nuovo e familiare.

Sabato 28 giugno Godblesscomputers presenta l’ep nel Parco della Montagnola all’interno della rassegna Montagnola Republic. Immaginando di ascoltare i brani in cuffia in giro per la città, ne abbiamo approfittato per chiedergli di raccontarci Bologna attraverso le sue parole e una sua raccolta di scatti fotografici.


Vivo in questa città da più di dieci anni ormai. Il primo quartiere in cui ho vissuto è stato San Donato. Avevo conosciuto Paolo per caso, quello che poi è diventato il mio coinquilino e padrone di casa, a un festival a Bologna al TPO. Entrambi suonavamo quel giorno e il pomeriggio durante il sound-check abbiamo scambiato quattro chiacchiere. Ai tempi vivevo a Berlino e il mio progetto era semi-sconosciuto. Volevo trasferirmi a Bologna perché era comodo per stare vicino alla mia ragazza dell’epoca. Lui aveva appena acquistato l’appartamento dove viveva da anni al Pilastro, nel grande palazzo chiamato comunemente il “Virgolone”. Cercava un coinquilino. “Vieni a vederlo, ti piacerà”. E infatti rimasi letteralmente stregato. Il parco, la luce al settimo piano, lo spazio intorno. Riassumendo: mi trasferii da lui. Questo è il primo capitolo di una storia che volendo ci porterebbe fino ad oggi. Una storia che all’inizio, nei primi anni, segue la traiettoria che collega il Pilastro alla zona universitaria, via Irnerio e quella ragnatela di strade strette e piene di tag e graffiti che si allarga fino a sotto le due torri. Per muovermi avevo recuperato il vecchio F10 Malaguti di mia sorella, fermo in garage dai miei da più di 10 anni. È stata la miglior decisione di sempre: quel motorino ha vissuto una nuova giovinezza macinando chilometri su e giù per la città e spesso la meta da casa era proprio via Irnerio, dove lo parcheggiavo per poi dirigermi in via Mascarella. Paolo, il mio coinquilino era un musicista, ma era anche uno dei baristi di Modo Infoshop. Andavo lì per bere qualche birra e in quegli anni passare del tempo tra Modo e LOrtica era davvero come stare in piazza: si incontrava sempre un sacco di gente, amici, altri musicisti, persone nuove. Le serate infrasettimanali spesso finivano o iniziavano in quelle strade. Darsi appuntamento lì con amici per una birra, un falafel o una pizza di dubbia qualità in una pizzeria che ormai non esiste più, era un po’ la mia comfort zone. Bologna l’ho sempre frequentata da quando ero ragazzino e venivo con il treno da Lugo; arrivavo in Montagnola e mi sembrava di essere su un altro pianeta. Però quando si vive una città, la si abita, si inizia a prendere confidenza e si smette di perdersi e si inizia a orientarsi in quelle strade un po’ curve, ritmate da volte, colonne e pilastri dei portici… ecco, è davvero una bella sensazione. Per questo, ancora adesso, quando giro per strada mi piace fermarmi a fotografare scorci e dettagli di questa città. Passano gli anni, l’F10 ormai l’ho rottamato purtroppo, io sono cambiato ma anche Bologna. Girando per la città spesso mi sorprendo a non riconoscerla. Su quei gradini, in quei portici risuona ancora l’eco di quegli anni, di appuntamenti e incontri, nuove scoperte ma sono solo. Fotografie nell’archivio della mia memoria. Continuo a scattarne ancora per vedere cosa cambierà.

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