Bologna ha un po’ di febbre, ma come se la passano le sue librerie indipendenti? Ecco la nostra nuova rubrica a cura di Greta Biondi.
La libreria Trame tra pochi mesi compie vent’anni (qui e qui per gli scorsi compleanni) e nel frattempo sono andata a comprare un regalo per me, che non si sa mai. Nicoletta Maldini, che se non fosse una libraia lo sarebbe comunque, mi travolge con un’energia rara e preziosissima, e iniziamo a chiacchierare.
G: Cara Nico, stavolta iniziamo dalla fine: come vanno le cose?
N: Va bene, ci sto. Il 2024 è stato un anno difficile, non tanto per i lavori in corso del tram – bolognese born and raised, vivo in centro da una vita e sono abituata a fare lo slalom sulla bici come una pazza – quanto perché ci stanno togliendo quel poco che ci era stato dato. Te la faccio brevissima, dato che non sono decisamente una che si piange addosso: per una libreria indipendente come Trame, e come tante altre, i fondi per le biblioteche erano importantissimi, e sono stati sospesi quasi in sordina. Nonostante questo, però, ti direi che va bene. Amo il mio lavoro, lo faccio da sempre e non lo cambierei con nient’altro al mondo, per davvero.
E si vede, tranquilla che trasmetti una voglia di vivere di libri gigantesca. Ma qui sei da sola? Cioè, fai tutto tu? Chiedo perché inizio a rendermi conto che la gente entra alla spicciolata, chiede, gira tra le sezioni, scende le scale, vuol parlare in inglese, vuole un consiglio, guarda gli illustrati, chiama per telefono, ordina, disdice, invita, passa a salutare, si affaccia per la mostra, chiede se può fare una presentazione. Insomma: un bel po’ di stimoli da gestire nel giro di cinque minuti.
Sì e no. In realtà è una storia molto bella: ho conosciuto una delle mie due socie alle scuole elementari delle nostre bambine, e l’altra era amica da sempre. Ci vedevamo quasi tutti i giorni e ad un certo punto è nata l’idea. Io ero già libraia da tanti anni, le altre due comunque impegnate nel settore culturale… Credevamo in questo progetto e ci siamo buttate fondando una cooperativa. Poi nel tempo i ruoli si sono rimodulati, e oggi sono io l’unica a stare fisicamente in negozio, scegliere il catalogo, gestire la baracca [ride di gusto], però le mie due socie sono fondamentali per l’esistenza della libreria, insieme siamo parti fondanti di Trame. Per me, per noi, questa amicizia ormai più che ventennale è un grande orgoglio.
E ci credo, è un po’ anche il mio sogno, ti dirò… Anzi, dammi qualche dritta, com’è stato iniziare a fare questo lavoro e come avete trovato il posto di Via Goito?
Per me il lavoro di libraia era iniziato molto tempo prima di Trame, perché sono stata co-direttrice di un’altra libreria del centro per diversi anni, proprio qui su Via Indipendenza, in un momento in cui Bologna aveva varie librerie di riferimento… Nel 2005, quando abbiamo aperto Trame, avevo già quarantaquattro anni e diversa esperienza nel settore, sia di gestione che di contatto con il pubblico. Ma il posto dove siamo oggi in realtà ce l’ha offerto una cliente. Qui una volta c’era un negozio di miniature e giochi di ruolo, il Gargoyle, e prima ancora un coramaio – cioè un artigiano che lavora il cuoio, se te lo stai chiedendo – che il mio babbo conosceva. Quando siamo entrate il soffitto era tutto stuccato come fosse una specie di caverna. Qualche mese di attesa e a novembre siamo partite, visto che era necessario aprire prima di Natale. Abbiamo messo gli scaffali IKEA che vedi oggi e queste belle luci bianche tutto intorno, che qui i protagonisti sono i libri, e si devono vedere bene.
Come hai organizzato gli spazi? Mi sembra che ogni cosa abbia il suo posto ma spiegami tu, che sicuramente mi incanterai…
Allora, qui la premessa da fare è che quando abbiamo aperto, io volevo tutto. Letteralmente. La sezione bambini all’inizio era molto più massiccia, perché eravamo tutte mamme con i figli e le figlie piccole… Pensa che all’inaugurazione c’erano due babysitter che tenevano d’occhio i pargoli. Nel tempo poi è rallentata, ma sono molto fiera della sezione illustrati per l’infanzia che ha Trame, soprattutto della zona dei Topipittori: siamo diventati Casa dei Topi, cioè abbiamo dedicato un bel po’ di scaffali a questa casa editrice e ai suoi autori e autrici. Per il resto qui i libri sono divisi come a casa mia, e non in ordine alfabetico, altrimenti chi li trova più e sai che gran mal di testa… Sommariamente quindi: piaceri della vita (cibo, vino, musica, viaggi etc.), saggisticona, classiconi, nuove uscite, illustrati, bambini e ragazzi nella stanza dopo le scale. C’è anche un divano, dove se vuoi ti puoi sedere a sfogliare. Insomma, c’è molto e questo molto ruota spesso, perché a me piace così. E mi sembra che funzioni. Sono una lettrice onnivora, e spero che Trame rispecchi quest’anima polivalente.
A questo punto Nicoletta e la sua memoria incredibile iniziano a raccontarmi le trame di diversi romanzi che le capitano tra le mani, tirando in ballo camion di barbabietole da zucchero, violoncelli, deserti, conversazioni con Dio, le sorelle Brontë, un santuario in cui praticare il voto del silenzio… E su quest’ultimo aggiunge, scherzando: per me sarebbe simile a una tortura.
Com’è nata questa grande passione per i libri, per leggerli e venderli, ma soprattutto per raccontarli e consigliarli così come fai?
Io se penso a mia mamma, la penso che legge, la vedo con un libro in mano, e dio solo sa come facesse a trovare il tempo. E così mio padre: casa mia da ragazza era piena di fratelli, musica, film. Non eravamo particolarmente benestanti, ma sono decisamente cresciuta in un ambiente ricco di stimoli. E da grande, con mio marito e i nostri figli, abbiamo cercato di fare la stessa cosa. Casa nostra è piccola, ma bella piena di noi, che non riusciamo proprio a stare fermi, soprattutto io. Quando non sono in libreria sono a fare il banchetto di bookshop a qualche evento, oppure viaggio.
Qual è la cosa che più diresti essere cambiata nel corso del tempo per te e la libreria Trame?
Mmm, dunque. La faccenda dei turisti per me è relativa. Tengo qualche libro in inglese, certo, e mi piace molto parlare una lingua che non sia la mia, ma non è che la stiamo sentendo particolarmente. L’unico vero bonus, forse, è quello delle cartoline: amo farmi mandare cartoline indirizzate alla libreria da tutto il mondo, da amici certo ma anche da parte di sconosciuti che sono passati una volta qui da me. Un giorno mi piacerebbe anche farci una bella mostra… A proposito di questo, qui stiamo continuando ad essere uno spazio a disposizione di artisti e fotografi: ora abbiamo una piccola mostra fotografica in corso, e la vetrina grande è stata dipinta da Federica Ferrario, che mi piace moltissimo. Ma se dai un’occhiata alla nostra newsletter di eventi vedrai quanti ne facciamo, quasi uno al giorno per tutto l’anno. Prima erano per la maggior parte in libreria (dove si beveva solo rigorosamente pignoletto frizzante, che non macchia i libri), poi col tempo ho capito che era meglio per tutti farli fuori. Collaboro spesso con la Biblioteca Salaborsa, che ci mette a disposizione una saletta per incontri con prof dell’Università, per dire, o con Gallery 16 in Via Nazario Sauro, che è uno spazio perfetto che ha anche un bar decisamente fornito.
Insomma, Trame nel tempo è cambiata molto, e allo stesso tempo non è cambiata affatto. Che le presentazioni e gli eventi si svolgano fisicamente qua o altrove poco cambia. Io qui libraia 4ever! Trame 4ever!