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È stata rioccupata la Vivaia TFQ

Written by Salvatore Papa il 3 May 2024

Foto di Giulia Sambu

A quasi un anno dallo sgombero, è stato oggi rioccupato lo spazio in via della Certosa 35 soprannominato la Vivaia TFQ. Diventato in pochissimo tempo un punto di riferimento per il mondo transfemminista e non solo, la palazzina dell’ex vivaio Gabrielli era stata per la prima volta riaperta da un gruppo di “donne, frocie, persone queer transfemministe” l’8 aprile 2023 e dopo due mesi di iniziative, progetti e laboratori e una trattativa fallita, nonostante la mediazione del Comune, era arrivato l’intervento delle forze dell’ordine. A supporto era nato anche un comitato di quartiere, Viva la Vivaia.

“Abbiamo passato un anno intero a leccarci le ferite – scrivono -, a stringerci tra sorellu e tessere nuove reti per sopravvivere alle brutture di questo mondo che ci appartiene sempre meno. La spinta ad occupare dello scorso anno è la stessa che ci ha portato, oggi, a rientrare in questo spazio. Per noi l’occupazione è ancora uno strumento efficace per opporsi alle logiche speculative e propagandistiche della “città più progressista d’Italia”.

L’ex vivaio è infatti oggetto di un’operazione di perequazione urbanistica messa in atto dal Comune nel 2019 quando la società EDILBO si accordò con l’Amministrazione per cedere una grossa parte dell’area verde, a fronte del permesso per la società di costruire “nel lotto contiguo di proprietà della medesima e l’eventuale incremento volumetrico del 10%” per “abitazioni singole permanenti e temporanee, bed and breakfast, affittacamere“. Cessione da perfezionarsi entro il 2025 e che il Comune, quindi, aveva proposto alla Vivaia di accelerare entro 10 giorni per avviare in seguito una concessione a patto di alcune condizioni (coprogettazione, formula associativa, raggruppamento di altre realtà transfemministe ecc.) rifiutate però dal gruppo occupante.

Il modello urbano che stanno costruendo basato sulla cementificazione e gentrificazione vuole isolarci, invece la Vivaia vuole essere un luogo di TUTT* e per TUTT*. […] Rifiutiamo la distinzione tra lotte accettabili e non, tra modalità più o meno “concesse” di esprimere la rabbia, tra occupazioni buone e cattive: narrazioni che hanno abbassato negli anni il livello di conflitto sociale, creando un recinto ben definito all’interno del quale c’è posto solo per un certo tipo di rivendicazioni. […]Non pensiamo che la coprogettazione sia una soluzione adeguata per il confronto tra gruppi e istituzioni […] Questo spazio ce lo vogliamo tenere, ma solo tramite il riconoscimento dell’autogestione. Non permetteremo che la nostra esperienza diventi una moneta di scambio. Non permetteremo che le nostre vite vengano, ancora una volta, strumentalizzate. […] Lx transfemministx rampicanti sono di nuovo in zona!”

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