Ad could not be loaded.

Gender Bender 2025: la poetica del rischio tra corpi e desideri

Written by La Redazione il 27 October 2025

Le Petit B. Foto di FREDERIC IOVINO

Dal 30 ottobre all’8 novembre 2025, Bologna torna a essere laboratorio di corpi e immaginari con la 23ª edizione di Gender Bender, il festival internazionale prodotto da Il Cassero LGBTQIA+ Center e diretto da Mauro Meneghelli. Quest’anno la parola chiave è rischio – un invito a esporsi, a “sbilanciarsi e sorprendersi”, come spiega il direttore – in un programma che intreccia danza, cinema, performance e incontri.

Il festival è partito in anticipo con due anteprime: INHABITANTS di Luna Cenere (25 e 26 ottobre, DAS), creazione collettiva nata da un laboratorio di dieci giorni con venti non professionisti, e BLUE di *Derek Jarman (27 ottobre, Cinema Modernissimo), capolavoro estremo e luminoso dell’artista britannico, proposto in collaborazione con la Cineteca e Palazzo Bentivoglio.

La sezione Danza è come sempre il cuore di tutto. Fra le prime nazionali spicca WHIP di Georges Labbat, performance ipnotica in cui la frusta – simbolo di dominio coloniale e sessuale – diventa strumento di liberazione e ritmo (31 ottobre e 1 novembre, Ex Chiesa di San Mattia).

Con LE PETIT B di Marion Muzac, Gender Bender apre anche ai più piccoli: uno spettacolo per bambini dai 1 ai 5 anni dove tessuti, geometrie e musica di Ravel disegnano paesaggi effimeri (4 e 5 novembre, Teatro Testoni Ragazzi).

Age. Foto di Bruno LeggieriI

L’omaggio più commosso va a ABOUT LOVE AND DEATH – ÉLÉGIE POUR RAIMUND HOGHE di Emmanuel Eggermont, che trasforma la memoria del grande coreografo tedesco in una danza delicata e resistente (2 e 3 novembre, DAMSLab).

Torna poi, dopo tredici anni, <age> di CollettivO CineticO, dove un gruppo di adolescenti dai 15 ai 19 anni risponde in scena a domande su identità, sogni e vulnerabilità (2 novembre, Arena del Sole).

Nel segno dell’inclusione radicale, MONUMENTUM DA di Cristina Kristal Rizzo e Diana Anselmo intreccia danza e lingua dei segni in una coreografia che scardina il privilegio fonocentrico e apre nuovi alfabeti del corpo (5 e 6 novembre, Atelier Sì).

In chiave più intima e naturale, AMADRIADI di Michele Ifigenia Colturi e collettivo Tyche riporta le ninfe nella città: un lavoro site-specific che reimmagina la relazione tra corpo e paesaggio (2 novembre, Ex Chiesa San Mattia).

Nel programma cinematografico spicca, invece, PEACHES GOES BANANAS di Marie Losier (30 ottobre, Lumière): ritratto ironico e affettuoso della performer e icona queer Peaches, corpo sovversivo che ha fatto della libertà la sua estetica.

Peaches à Paris @Marie Losier

Accanto a Jarman, un’altra voce forte è quella dei gemelli Arab e Tarzan Nasser, registi palestinesi di Once Upon a Time in Gaza che raccontano con ironia cruda l’oppressione dell’occupazione palestinese, mentre DOPPELGÄNGERS³ di Nelly Ben Hayoun-Stépanian spinge la riflessione femminista e decoloniale fin nello spazio.

Tanti anche gli incontri. Tra le novità, due “maratone Gender Bender” al DAS (2 e 8 novembre), giornate no-stop di talk, letture e pranzi condivisi.

Da segnalare QUEERING THE MUSEUM (7 novembre, Cappella Farnese e Museo Civico Medievale), una giornata europea a cura di BAM! Strategie Culturali, che riflette su come rendere gli spazi museali più inclusivi, presentando linee guida internazionali e pratiche concrete.

A chiudere il cerchio, PULSE – Festa per corpi in ascolto (5 novembre, DAS), momento collettivo di danza e libertà, e i party al Cassero, da mezzanotte in poi, per trasformare il rischio in pura energia condivisa.

QUI IL PROGRAMMA