Nella progettazione di un day after, spalancando le finestre sull’orizzonte di Torino nei giorni di Club to Club, la prima capitale è una sintesi di produzione della bellezza di oggi e riflessione alla “cosa stiamo facendo su questa terra”.
Il festival di musica e cultura elettronica si inserisce in un palinsesto di linguaggi e segni che si imprimono tra le strade della città, facendola sentire attraente e sperimentale, cosmopolita e profumata. Il torinese vuole fare tutto: se i fan di C2C comprano a occhi chiusi il passport sul far della primavera precedente, chi ama l’arte inizia a fare tabelle e vademecum settimane prima, ma è scientificamente impossibile, pensare di intravedere, passare, timbrare tutto tra Artissima (all’Oval Lingotto tra il 6 e l’8, tra le 5 fiere più importanti del mondo secondo Skàtes Art Market research, 200 gallerie di avanguardia provenienti da 35 paesi, centinaia di collezionisti internazionali pronti a fare sudare freddo i galleristi), Paratissima (la fiera sorella che, tra il 4 e l’8, invita la creatività “dal basso” a esporre sotto l’origami del Palazzo delle Esposizioni al Parco del Valentino disegnato da Luigi Nervi), The Others (gallerie con cinque anni di esistenza nella suggestione e vaga claustrofobia delle ex carceri Le Nuove e la prima edizione di Exhibit, sotto le volte sempre disegnate dall’architetto Nervi dell’Ex Borsa Valori, dal 5 all’8) Operae (design, industria e artigiani a Palazzo Cavour, dal 6 all’8), Flash Back ( all art has been contemporary, la terza edizione della fiera dedicata all’arte antica e moderna, al già Pala Isozaky, dal 5 all’8).
Chi viene da fuori (a C2C si conta che nel 2014 solo il 35% del pubblico era indigeno) può
approcciare Torino secondo diverse necessità o stati dimensionali.
HANGOVER
Se a differenza di Thom Yorke, il ghiaccio era abbastanza nei drink al Symposium o al Lingotto,
Torino è luogo da brunch del giorno dopo. Ecco dove.
MB MONTEBELLO BISTRO: in via Montebello 11 c, davanti alla porta del simbolo della città
impresso sulla moneta da 2 cent di €, dalla cucina escono bagles e cheesecake. Se non si ha il
tempo per entrare (al Museo Nazionale del Cinema) a fare un viaggio nella storia dei film, con 7 € si prende l’ascensore panoramico che accompagna a vedere la città con la migliore posizione naturalistica del mondo, cit. Le Corbusier
PAI BIKERY: al Borgo Dora, quartiere operaio al di là del fiume femmina della città, su cui Monocle ha appena pubblicato un reportage, si trova questa ciclofficina che distribuisce Pan Cakes dolci e salati, Hamburgher homemade e centrifugati creativi, di frutta e ortaggi. I torinesi e chi raggiunge Torino sulle due ruote (purtroppo resta il mistero sull’accessibilità del servizio di bikesharing per chi viene da fuori) possono gonfiare le ruote della bici
DROGHERIA: per godere la piazza più grande d’Europa dopo la Rossa moscovita, Piazza Vittorio, affacciata sul Po, sui Murazzi museo della notte di un tempo e sulla Gran Madre, al numero 18, uno dei luoghi di incontro della meglio gioventù apparecchia un brunch, ideato da Magorabin,
ensemble culinario, tra i masterchef della città.
L’INTEGRALISTA DELL’ARTE
A Torino, quale eredità dell’Arte Povera e casa di grandi collezionisti, c’è un sistema dell’arte ramificato, che nei giorni di Artissima si spolvera allestendo grandi mostre e ospitando artisti di rilievo.
FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO – via Modane 16
Rinascimento di Adrián Villar Rojas è la prima personale ospitata in Italia dell’artista
argentino che ha esposto a Documenta e alle biennali di Venezia e Istanbul: una geografia
segreta di opere che accompagnano il pubblico a misurarsi con l’idea del proprio tramonto,
una sfida al razionale per ambire a decifrare il mistero della creazione. Inaugura mercoledì 4.
GALLERIA FRANCO NOERO – via Mottalciata 10/b
Dopo la mostra del 2013 nella Fetta di Polenta, Darren Bader torna dal suo gallerista torinese
nella nuova sede di zona Aurora. L’artista, definito da Jerry Saltz “ il tardo tardo tardo post concettuale estetico relazionale”, presenta Rock and Mirrors. Opening il 3 novembre.
PALAZZO SALUZZO PAESANA – Via della Consolata 1 bis
Nell’epicentro della romana Augusta Taurinorum tra gli juvarriani quartieri militari, nel Palazzo, grande esempio di edificio settecentesco, al piano nobile è allestita la mostra The Third Act. Un trittico di artisti Jean-Baptiste Bernadet, Benoit Plateus, John Roebas si
interroga sulla tematica del tempo.
L’INTEGRALISTA MUSICOLOGO
Se invece le sessioni di avanguardia pop della notte precedente continuano a suonare in testa,
in città si trovano negozi di dischi indipendenti piuttosto raffinati.
LES YPER SOUND – Via Rossini, 14
Negozio per amatori ad alta fedeltà e per feticisti del vinile; la discussione con i signori al
bancone può raggiungere vette di alta elucubrazione melodica. I dischi arrivano al suono degli
anni 10 passando da tutto il secondo novecento, da Abbey Road a Seattle, dal cantautorato allo
star man waiting in the sky.
ULTRASUONI RECORDS – via di Nanni, 82.
Sempre per feticisti del vinile, ma più concentrati sull’elettronica, la scatola di Ultrasuoni è un place to be. Grande distributore che dialoga con le etichette della house-techno-ambient-
sperimentale del mondo, è frequentatissimo dai dj che arrivano in città per una gig e che
trascorrono il sabato pomeriggio con le cuffie alle orecchie per riempirsi la borsa di novità e
tracce miliari.
A GREAT SIMPHONY FOR TORINO – Torino luoghi vari
Le tracce composte da Kode9, Vaghe Stelle, Akkord On, Sabla, studenti dello IED di Milano e Torino per Club t oClub sono una passeggiata musicale, una colonna sonora della città, ideale
per coniugare ascolto e flaneur turistico. Basta uno smartphone e la mappa
GUSTO
Se questo Club to Club è un atto di definitivo edonismo, Torino è città di Slow Food e di raffinata cucina che nell’autunno caldo dell’arte elegge il suo momento più alto. Breviario su dove mangiare e bere bene:
MAGAZZINO52 – Via Giolitti, 52
Una cantina sterminata per una formula di pochi piatti, ma elaborati giorno per giorno, in
base a cosa si beve. Un’enoteca con cucina raffinata, in cui i prodotti di territori diversi
dialogano tra loro in un’armonia italiana.
SCALO VANCHIGLIA – Via Tarino , 3 G
Oltre i giardini reali, l’università e il centro, a Vanchiglia, lo Scalo rimanda ai tempi in cui il quartiere era il dormitorio della classe operaia e della prima immigrazione meridionale. Nella cucina del locale, la contaminazione tra Piemonte e il Regno delle Due Sicilie è il filo rosso di un menù sofisticato, elaborato da un’allieva di Davide Scabin (altro masterchef della città). C’è anche un forno a legno che cuoce delle Pizze, più meridionali che torinesi.
COCO’S – Via Bernardino Galliari, 28.
Per vivere la Torino come una volta, a San Salvario si trova una trattoria piemonteisa, nello stile e nella cucina. Le pareti sono ricoperte di cartoline della “memoria dël temp”, foto gialle e cimeli di football torinesi. Cucina del territorio, vino della casa, prezzi contenuti, qualità godibile.
DEJEUNER SUR L’HERBE
Abitualmente nella settimana di ContemporaryArt, piove. L’ideale per rifugiarsi alle fiere e nei padiglioni del Lingotto. Un po’ meno per vivere la città. Se, come sembra, la pioggia
risparmierà i popoli e se ossa e timpani devono resettarsi, Torino è tra le città più verdi
d’Italia. Il central park, il Parco del Valentino, oltre fornire ettari quadrati di verde e foliage autunnale per sdraiarsi e contemplare la quiete post-tempesta, ospita domenica il Silver Skif, 800 atleti, tra singoli e squadre di canotaggio, che renderanno piuttosto trafficato anche il fiume Po.
A cura di Pietro Martinetti