Come avrete appreso dai giornali, ieri il Sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha rimpastato per l’ennesima volta la sua giunta, licenziando l’assessore alla Cultura, Bruna Gambarelli e quello alla sicurezza Riccardo Malagoli – entrambi “esterni” ai partiti – per far posto a due esponenti del PD: Marco Lombardo e Alberto Aitini. La delega alla cultura al progetto nuove centralità culturali nelle periferie e rapporti con l’Università è passata a Matteo Lepore, già assessore alla promozione della città, agenda digitale, immaginazione civica, patrimonio e sport. Di fatto un super-assessorato. Lepore diventa così il quarto assessore alla cultura del governo Merola, che già in passato aveva silurato Alberto Ronchi, sostituendolo con Davide Conte.
Questi cambi continui di poltrona non hanno certo fatto bene alla cultura cittadina, che per crescere e costruire solide esperienze – come per ogni altro settore – avrebbe bisogno di continuità. Gli effetti sono abbastanza evidenti e ne avevamo già parlato qui.
Riguardo a quest’ultimo passaggio di cariche restiamo comunque perplessi. Accomunare marketing, turismo e cultura è rischioso, poiché è molto semplice (e per questo pericoloso) confondere gli obiettivi immateriali della cultura con quelli numerici ed utilitaristici del marketing. Incroci di questo tipo ne abbiamo già visti e sono gli stessi che portano, ad esempio, a parlare di “cultura del cibo” inserendo in un unico calderone tutto ciò che è espressione e rappresentazione di un territorio. Ecco, secondo noi la cultura non è (solo) questo e speriamo che il nuovo assessore sarà in grado di tenere le sfere separate. Intanto gli auguriamo buon lavoro.
Qui il suo primo messaggio: