History of ideas sounding the weight of what’s to come (La storia delle idee suona come il peso di ciò che verrà): uno statement, quello di Transmissions Festival 2024, che richiama immediatamente l’immaginario della direttrice artistica di quest’anno, ovvero Camae Ayewa in arte Moor Mother. È, infatti, proprio la talentuosa poetessa, artista visiva e musicista afroamericana ad aver composto il programma della nuova edizione che si svolgerà da giovedì 24 a sabato 26 ottobre al Teatro Rasi e al MAR Museo d’Arte della città di Ravenna. Il festival del Bronson è, infatti, affidato ogni anno a un artista proveniente dalla scena sperimentale internazionale, come già successo in passato con Martin Bisi, Radwan Ghazi Moumneh (Jerusalem in My Heart), Francesco Donadello, Marta Salogni e, da ultima, Kali Malone.
Un festival realizzato, quindi, dagli stessi artisti e capace per questo di far emergere le comunità musicali che si sviluppano proprio dalle trasmissioni di saperi e idee generate dalle relazioni che lo stesso Bronson foraggia e promuove.
“Questa è una tecnologia di liberazione […], antenne che captano e ricevono messaggi da un passato futuro di cui non sai niente […] Questa è una passeggiata jazz, un valzer col passato”. Sono sprazzi di strofe che si stagliano nell’universo afrofuturista di Moor Mother, dove musica e attivismo si intrecciano continuamente, e che allo stesso tempo potrebbero descrivere la selezione dei musicisti/e, amici/che e collaboratori/trici presenti in quello che è un cartellone assolutamente originale.
Si parte giovedì 24 ottobre con il collettivo White People Killed Them, guidato dal premio Pulitzer Raven Chacon e composto da Marshall Trammer, parte dell’avant-improvisation duo Black Spiritual, e dal fondatore dei Deerhof, John Dieterich; poi lo scrittore e performer londinese Imani Mason Jordan, accompagnato dalla musica della stessa Moor Mother e lo speciale dj set di Aquiles Navarro.
Il trombettista canadese, già membro degli Irreversible Entanglements, sarà sul palco anche il giorno dopo, venerdì 25 ottobre, con l’inedito The Hoi Ensemble, creato ad hoc per l’occasione, che oltre a Moor Mother stessa vede la presenza della soprano e compositrice anglo-irachena Alya Al-Sultani, al percussionista austriaco Lukas König e al polistrumentista e arrangiatore Simon Sieger (tra i guest artist di The Art Ensemble of Chicago e Legacy Quintet). Nellla stessa giornata anche Nkisi, producer e visual artist di origini congolesi fondatrice del collettivo ed etichetta discografica NON Worldwide e la dj e produttrice americana Dj Haram, autrice nel 2022 insieme a Moor Mother dell’acclamato Nothing to Declare per Hyperdub.
Sabato 26 ottobre, infine, arrivano il cantante, autore e produttore keniota Martin Kanja, alias Lord Spikeheart, figura di spicco della scena metal africana grazie alla sua miscela esplosiva di growls gutturali e rap; Shapednoise, dj e sound designer di origini siciliane con base a Berlino, capace di fondere magistralmente nel suo lavoro industrial music, rave, e grime; e R.Y.F., tra le scoperte di casa Bronson Recordings, uscita a aprile 2024 con il nuovo album Deep Dark Blue che vede la partecipazione di Skin e della stessa Moor Mother.