In un ex granaio ristrutturato di 300 mq, in via Raffaello Sanzio, c’è il LIV performing arts centre, fino a qualche tempo fa uno dei rari presidi culturali della Barca. Da 14 anni lì ha sede la compagnia Instabili Vaganti, fondata dalla regista e attrice Anna Dora Dorno e dall’attore Nicola Pianzola. Il LIV è sempre stato una spazio di ricerca e sperimentazione, dove sono nati molti spettacoli della compagnia e progetti che si sviluppano non solo nella città ma anche nel mondo. Nel tempo LIV ha accolto artisti/e di diversi paesi, ma anche tante attività per bambini e ragazzi, lì è nato l’International Workshop Festival PerformAzioni e il Festival TRENOff.
Da settembre tutto finirà. La convenzione col quartiere Borgo-Panigale Reno scade e non sarà più rinnovata. Fin qui tutto legittimo, se non fosse per il metodo piuttosto brusco e, secondo Instabili Vaganti, “tutt’altro che trasparente”.
«La nostra convenzione – racconta Anna Dora Dorno – veniva rinnovata ogni due anni e sarebbe scaduta a settembre prossimo. Abbiamo capito però che questi sarebbero stati i nostri ultimi giorni qui quando a gennaio scorso abbiamo ricevuto una visita dal direttore del quartiere per visionare gli spazi, accompagnato da diverse persone tra cui alcuni rappresentanti di un’associazione sportiva che discutevano dei lavori da effettuare nello spazio. Persone che si sono qualificate solo dopo le mie insistenti richieste – dato che ci avevano invece fatto intendere che tutti i presenti fossero del Quartiere – e che una volta andato via il direttore e il responsabile dell’ufficio reti, ci hanno detto che erano stati convocati per vedere “uno spazio che si liberava”.
Dopo un incontro nella sede del Quartiere richiesto per avere spiegazioni sull’accaduto ci è arrivata il 6 marzo
una pec da parte del Quartiere dove ci veniva chiesto in modo perentorio di abbandonare lo spazio entro l’1 maggio. È stato un fulmine a ciel sereno, anche perché avevamo alcuni progetti in corso e avevamo vinto un bando in partnership col Comune, quindi non ce lo aspettavamo assolutamente. E, come se non bastasse, abbiamo dovuto chiedere l’intermediazione della delegata alla Cultura, Elena Di Gioia, per avere ciò che ci spettava di diritto, ovvero la permanenza fino a settembre».
Dopo aver rimandato il trasloco immediato, non senza danni (è stato annullato un tour all’estero e spostata una serie di attività, tra cui parte del festival in altri spazi) la compagnia racconta, però, di aver subito un trattamento particolarmente spiacevole.
«Da quel momento, sono iniziate le richieste sempre più pressanti di vari documenti per attestare la veridicità delle nostre attività, che puntualmente venivano messe in dubbio, come se cercassero un cavillo per dimostrare che non abbiamo rispettato la convenzione e avere quindi una motivazione concreta per sbatterci fuori. Ci hanno addirittura chiesto di organizzare in fretta un festival estivo di tre giorni a spese nostre, attività non prevista nella convenzione. Nel frattempo diverse persone sono venute a vedere lo spazio, abbiamo riconosciuto dei rappresentanti di alcune associazioni spacciati per tecnici del Comune. Abbiamo chiesto, perciò, spiegazioni con una pec, ma ci è stato risposto che loro non sono tenuti a dirci chi viene a fare i sopralluoghi.
Se sarà fatto un nuovo bando non lo sappiamo; i motivi del mancato rinnovo non ci vengono spiegati; cosa ne sarà di noi non ce lo dicono. Quest’anno sono vent’anni di compagnia e quattordici che siamo qui e questo è il ringraziamento per aver portato un servizio in una periferia come la Barca: mandati via come degli impostori e senza alcuna prospettiva».
E il Comune?
«Anche il Comune non si esprime, secondo loro comunque non ci sono spazi alternativi, non c’è nulla che può rispondere alle nostre esigenze. Poi è uscito un bando su Villa Pini, al quale abbiamo partecipato, stiamo a vedere».