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Ovunque e sempre Venezia Hardcore Fest

Una rivoluzione a base di suoni dissonanti e sudore

Written by Mirko Ostuni il 24 May 2023

Photo: Mirko Ostuni

Venezia Hardcore Fest è stato un weekend di puro sfogo. Nei commenti di un loro post Instagram è stato definito come le “guerre puniche”.
I dieci anni del festival rappresentante la scena punk dello stivale son stati festeggiati il 19/20 maggio al Rivolta di Marghera ed il grande evento è stato all’insegna di sudore, mosh pit e una sinergia collettiva personalmente mai vista prima d’ora. Un teatro tirato su da uno staff impeccabile, messo in scena da 30 band diverse e con la partecipazione di un pubblico incantevole, a tratti giovanissimo. Uno spettacolo a metà tra la comédie-ballet francese, per la “danza e i movimenti” fatti sottopalco e il trasformismo novecentista italiano, dati i mille sottogeneri musicali suonati durante le due giornate.
Un urlo continuo tra le mura colorate di un posto autogestito dal ‘95 nella periferia veneziana; la voce rauca di una generazione assieme a quella squillante delle nuove “leve” appena maggiorenni e piene di energia. In questo fine settimana ogni cosa si è trasformata in tuffi dal palco in un mare di persone e un pogo spassionato sulle note di gruppi italiani e non, con gli High Vis e Bongzilla come headliner a chiusura del festival. La frase “niente sembra accadere” rimbomba sabato pomeriggio, mentre stanno suonando i Quercia e questa parte del testo di “Torri”, accompagnata dalla batteria pestata, le frequenze del basso penetranti e gli accordi nostalgici delle due chitarre, crea l’immagine perfetta dei sentimenti del pubblico. Come se intorno a noi le uniche mura innalzate dalla società e le uniche ansie provocate da quest’ultima si fossero trasformate in corpi sudati e voci partecipi a questa rivoluzione di parole e suoni quasi dissonanti.