È stato l’anno in cui il Centro di Ricerca Musicale – Teatro San Leonardo ha aperto finalmente le sue porte e funzionato a “pieno” regime anche durante la stagione autunno-inverno. Quasi una sorta di lunga preview di AngelicA, tra curatori e musicisti ospitati, e un pubblico più o meno attento che ha forse tardato a capire (o forse non l’ha ancora capito) che lì continua a vivere qualcosa e qualcuno. Arriva, quindi, come ogni anno da ventisei anni il “momento maggio”, il “festival” progettato dal riccioluto Massimo Simonini “con l’idea che anche se appartieni a quel mondo ne esiste un altro”. E quest’anno, come spesso accaduto, è centrale questo senso di non appartenenza che prova a rifiutare le categorie musicali, provando a suscitare emozioni o sentimenti emozioni inaspettati, attraverso le scelte artistiche di numerosi curatori: John Duncan, Fred Frith, Giorgio Occhipinti, Marc Monnet, Luca Vitali, Pierre-Antoine Badaroux, Sébastien Beliah, Philip Corner, Walter Rovere, Enrico Bettinello.
L’artista certamente più attesa è Ellen Fullman, compositrice statunitense che apre AngelicA il 5 maggio dapprima in solo con il suo long string instrument, strumento “a corde” da lei inventato composto da cavi lunghi più di 12 metri che attraverseranno l’intero spazio dell’ex chiesa, poi in duo (il 6 maggio) con la chitarra controllata dal computer di Konrad Sprenger.
Si continua sabato 7 maggio con la “sound sculture” minimalista della canadese France Jobin, l’elettronica dell’esperto di organo Hammond, James Hamilton, e quella della francese Carine Masutti, tutti e tre molto poco conosciuti in Italia, ma molto interessanti.
Il weekend inaugurale si conclude, infine, domenica 8 maggio con il progetto del performer e musicista di base a Bologna John Duncan in una serata aperta dal mix di musica, arti visive e performance del duo The Sons of God composto da Kent Tankred e Leif Elggren (quest’ultimo si è visto a Live Arts Week poco tempo fa) e concluso da Terra Amara, un medley di canzoni di Pere Ubu e Dr. John Creaux, scritte dallo stesso Duncan ed eseguite a cappella con il Coro Arcanto – chissà cosa ne verrà fuori.
E ancora le tre serate (12, 14 e 15 maggio) dedicate al musicista sperimentale Fred Frith, i pezzi inediti di Rob Mazurek in prima assoluta con un gruppo formato da musicisti italiani (il 26 maggio), i 50 anni di Musica Elettronica Viva, uno dei primi gruppi di improvvisazione di elettronica radicale degli anni 60 (il 27 maggio), Philip Corner (anche lui presente lo scorso anno a Live Arts Week per il progetto HPSCHD dedicato a John Cage) con l’ensemble Hodos (il 24 maggio) e Michael Pisaro che porta il pezzo White Metal (gioco di parole su “black metal”) con Reinier Van Houdt, membro dei Current 93, una composizione per rumori elettronici o concreti (il 25 maggio).
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