Come abbiamo già detto, il prossimo sarà un Capodanno “inedito” per Piazza Maggiore. Per la prima volta il cuore della città e la sonorizzazione del Vecchione saranno affidati all’underground del clubbing bolognese, rappresentato in questo caso da tre giovanissimi, i due Nas1 e Dj Rou, “nell’ottica – si legge nel comunicato del Comune – di una sempre maggiore valorizzazione del tessuto culturale della città”. In parte li conosciamo già, ma oltre alle bio e ai noti meriti artistici, abbiamo provato ad andare più a fondo con qualche domanda.
Partiamo dai Nas1, ovvero Francesco Terra e Federico Natali, già fondatori dell’associazione culturale Revolver e della serata Heartbreak all’ex Forno del Mambo. Il loro esordio è del 2014 con un ep di debutto per Bosconi Records; poi qualche uscita internazionale e, infine, l’ultimo lavoro pubblicato per l’etichetta berlinese di Glenn Astro e Max Graef, Money $ex Records.
Quando e dove siete nati?
Siamo nati a Bologna il 3 febbraio e il 26 luglio del 1989.
Come vi siete conosciuti?
Fumando sigarette nel bagno del Liceo Righi. Eravamo in classi diverse ma avevamo parecchi amici in comune, come si dice a Bologna eravamo della stessa “balotta”.
Oltre alla musica, cosa fate?
Siamo studenti rispettivamente di Architettura e Farmacia anche se siamo alla fine dei nostri percorsi universitari.
Abbiamo tante passioni “minori”: pallacanestro e calcio in particolare, ma la musica rimane al primo posto. Quando abbiamo del tempo libero siamo sempre chiusi in studio a produrre.
Quand’è che avete iniziato ad appassionarvi alla musica? E da dove nasce la fissa per i vinili?
Ascoltiamo musica da quando eravamo piccoli grazie alle influenze dei nostri genitori che sono degli appassionati. Il vinile è un supporto che ci ha sempre affascinato e dai tempi del liceo ci piace fare ricerca – e soprattutto acquisti – nei negozi di dischi. Poi in due è anche più divertente: “Ce l’hai questo? Ti dice niente quella copertina? Ma quest’altro non era quello che suonava con…?”. Sapete come funziona, no? Tipo le figurine da piccoli, molto molto divertente.
C’è un locale/soggetto a Bologna che ha favorito in qualche modo questa passione?
L’atmosfera musicale di Bologna è sicuramente ricca di contenuti e di ispirazione. Locali come il Kinki di alcuni anni fa o il Link hanno sicuramente contribuito a far crescere la nostra passione e a conoscere nuovi amici legati al mondo della musica. Il Kitchenstudio3, lo di registrazione studio di Riccardo Pezzoli nel quale produciamo da cinque anni, è stato importantissimo per la ricerca del nostro suono e per la realizzazione dei nostri dischi. Lì abbiamo avuto l’opportunità di sperimentare, di imparare tantissime cose e di confrontarci con ragazzi più esperti, oltre ad avere accesso a strumentazioni che mai ci saremo potuti permettere da soli, specialmente all’inizio.
Perché il nome Nas1? È davvero per il nasone?
Sul significato del nostro nome lasciamo libera interpretazione e ci avvaliamo della facoltà di non rispondere… ci piace che rimanga un po’ misterioso. Quando l’abbiamo scelto ci ricordava lo spazio, il nome di un pianeta lontano o qualcosa del genere, ma soprattutto suonava bene, così l’abbiamo tenuto.
Qual è il posto migliore in cui avete suonato? E che caratteristiche dovrebbe avere un posto per farvi sentire a vostro agio?
Abbiamo avuto la fortuna di suonare in tanti club molto interessanti, ma sicuramente quello che ci ha colpito di più è stato il primo Stackenschneider nel centro di San Pietroburgo (ora ha cambiato sede, ma rimane sempre uno dei club migliori in cui siamo stati). La prima location era dentro la casa in rovina dell’omonimo architetto, davvero molto affascinante. Il club si sviluppava proprio fra le stanze dell’appartamento al secondo piano in cui erano ancora presenti tanti dettagli ottocenteschi dal fascino un po’ decadente, combinati ad un impianto di altissima qualità, un pubblico instancabile e la possibilità di mettere dischi per più di 6 ore. Davvero un’esperienza incredibile e indimenticabile. In Italia invece siamo rimasti molto impressionati dallo Spazio Aereo di Marghera: uno spazio originale, creativo e curato nel minimo dettaglio. Quando siamo stati loro ospiti ci hanno colpito le installazioni: una combinazione di proiezioni, luci e fumo che creavano un’atmosfera unica.
Come siete entrati in contatto con la Money $ex Records?
Glenn Astro o Max Graef avevano postato una nostra traccia su Facebook, per ringraziargli del supporto gli abbiamo scritto e abbiamo condiviso con loro le nostre release. Qualche mese dopo ci hanno chiesto di fare un EP per la loro etichetta e ci siamo messi subito al lavoro.
E l’associazione Revolver come nasce? E di cosa si occupa?
L’associazione è nata parecchi anni fa assieme ad alcuni dei nostri migliori amici, per organizzare feste senza scopo di lucro che avevano come fine la condivisione della nostra musica preferita e un po’ di sano divertimento in posti non convenzionali. Inizialmente – un po’ inesperti – con feste ed aperitivi dove potevamo proporre anche la nostra musica assieme a dj e gruppi locali e, col passare del tempo, anche con qualche ospite. Successivamente ci siamo un po’ stabilizzati perché abbiamo trovato la nostra casa all’Ex Forno MAMbo, dove dal 2011 organizziamo eventi sempre gratuiti con il supporto del locale.
L’ospite migliore che avete avuto? E quello che sognate di portare a Bologna?
Difficile dirlo, nel corso degli anni abbiamo avuto ospiti davvero straordinari. Sicuramente la prima stagione della serata Heartbreak all’Ex Forno MAMbo è stata speciale. Per la prima volta siamo riusciti a trasformare il bar/ristorante in un vero e proprio club gratuito in cui si sono potuti esibire Funkineven, Kyle Hall, Gifted and Blessed, Madteo e tanti altri. Molti al tempo non era famosi come ora e suonavano in Italia per la prima volta. Ci siamo tolti un sacco di soddisfazioni e nel giro di qualche anno abbiamo chiamato praticamente tutti i nostri dj e produttori preferiti. Oltre essere feste davvero divertenti e molto genuine sono state delle belle occasioni per venire a contatto con tanti “colleghi” e con alcuni di loro siamo diventati molto amici.
Attualmente cosa state ascoltando? E chi sono i vostri artisti di culto, quelli che riescono a ispirarvi sempre?
Al momento stiamo ascoltando tantissime cose, sono usciti dei dischi bellissimo come Black Focus di Youssef Kamaal, il nuovo album di Mndsgn su Stone Throw, The Anonymous Nobody di De La Soul e l’album di Tall Black Guy per citarne alcuni. Il 2016 è stato un anno ricchissimo di musica di qualità. I nostri artisti preferiti di sempre sono J Dilla, Theo Parrish e Moodymann. Non ci stanchiamo mai di far girare i loro dischi.
In piazza ci siete mai stati il 31 dicembre?
Sì da piccoli, ma abbiamo solo qualche ricordo un po’ sfocato.
Com’è in genere il vostro Capodanno? E cosa vi aspettate da questo?
Di solito Capodanno è un’occasione per stare con gli amici. Tutti gli anni organizziamo una cena ed essendo un bel gruppo si finisce per mangiare tanto e uscire poco. Il prossimo sarà davvero particolare, e non capiterà tutti gli anni di festeggiarlo in questo modo! Siamo molto curiosi di vedere come sarà, siamo abituati alla dimensione del club e non ci siamo mai confrontati con il pubblico di una piazza così grande e importante.
Finirà abbastanza presto (all’1.30). Dopo cosa farete?
In realtà nessun programma al momento, dobbiamo ancora pensarci. Per ora siamo molto concentrati sulla festa in Piazza Maggiore.
Qual è la vostra definizione di “festa”?
Ci piacciono le feste piccole, più intime, meglio se con tanti amici e buona musica, non serve molto altro!
Il Gaza Club, una festa che abbiamo organizzato fino alla scorsa stagione, può essere un buon esempio: una location brutta e sporca, impianto che gracchiava, pista da ballo piccola e fumosa… ma anche tanti, tantissimi amici, musica super, atmosfera piacevolissima e, ancora più importante, tutto molto genuino.
Ci consigliate un pezzo per prepararci alle feste?
Keep The Fire Burning di Gwen McCrae, dedicata al Vecchione di Capodanno.