In quel processo attivo di riqualificazione della Montagnola c’è anche il jazz. Gli accordi di sesta e nona contro il degrado e lo spaccio molesto, colonna sonora perfetta per chi è abituato a utilizzare il parco per correre, ad esempio, o per smaltire il tavernello in eccesso (smaltirlo in tutti i sensi). La rassegna musicale curata da Gruppo Montagnola e Associazione Nu Flava, sotto la direzione artistica di Piero Odorici, occuperà l’intera estate.
Per saperne di più abbiamo fatto due chiacchiere con Piero Odorici.
Da anni è attivo un processo di riqualificazione della Montagnola. Come si inserisce il jazz in questo senso?
Penso che il Jazz sia una musica seguita da tutte le generazioni e tutte le razze, per questo il jazz porterà in Montagnola un pubblico vario che andrà dai giovanissimi alle persone meno giovani. Questo crea sicuramente un’aggregazione tra razze ed età diverse e penso sarà motivo di un ulteriore buona riqualificazione del luogo.
Esistono altri casi di riqualificazione riuscita legata al jazz?
Sinceramente su Bologna non conosco altre realtà.
Bologna ha un legame particolare e storico con il jazz. Ci sono alcuni punti di intersezione col passato nel programma della rassegna, o c’è qualcosa (un aneddoto, un evento, ecc.) che lega la Montagnola alla storia del jazz a Bologna?
Bologna ha una grande tradizione jazzistica e negli anni sono passati tutti i musicisti più importanti della storia del jazz.
Un esempio è il grande batterista Louis Hayes che suonò in alcune occasioni a Bologna negli anni 60/70 con il quintetto di Cannonball Adderley e negli anni a venire con gruppi a proprio nome.
Poi c’è il grande manager e amico Alberto Alberti che fu il primo a portare in Italia e a Bologna musicisti come Miles Davis, Sonny Rollins, Elvin Jones, e tutti i musicisti della nostra rassegna avevano un legame con Alberto e questo fa parte della nostra storia.
Ci consigli cinque pezzi jazz da ascoltare in cuffia passeggiando per Bologna?
Dexter Gordon
Miles Davis e John Coltrane quintet
Chet Baker
Cedar Walton
Sarah Vaughan