Un moltiplicatore di mondi, l’undicesima edizione di Transmissions: diverse traiettorie in musica, sempre più trasversali, per scardinare sempre più ogni limite prestabilito, annullare distanze geografiche, unire latitudini. Un cambio di passo nel segno della pluralità di esperienze, voci, visioni. Storie di suoni a cui abbandonarsi, nessuna linea guida unica e universale, la mappa ancora da scrivere, come recita il claim che ne racchiude l’essenza: “Follow the Sound”, perché un suono racconta sempre una storia. E suono e storie siano: dalle sterminate praterie della mente di Richard Youngs, per la chitarra (e quasi tutto il resto) quel che è stato Robert Fripp in altre ere, alla materia grezza e brutale cesellata in lunghe ore dietro al banco mixer da Martin Bisi, leggendario producer la cui lista di artisti con cui ha lavorato racchiude interi universi (tra gli altri, Swans, John Zorn, Sonic Youth, Bill Laswell, Helmet, Unsane, Cop Shoot Cop, Foetus, Boredoms, Herbie Hancock…), dalla regina dell’underground Carla Bozulich al giovane talento Daniel Blumberg che Tim Buckley scansate, dagli intarsi tra folk e drone di Jessica Moss al clash audio/video in Canada-Beirut assetto di Jerusalem In My Heart, in Tunisia con la drum machine di Ammar 808, da qualche parte nel subconscio con Circuit des Yeux, voce e piano per guarire le ferite dell’anima, all’elettronica brutale di Tarkamt. E non finisce così, e il viaggio continua…
Scritto da Matteo Cortesi