“Post rock will never die, but you will!”. In anni in cui i mostri sacri del genere aggiornano il loro setup con synth a volte invasivi (Mogwai) a volte decisamente meno (Explosions in the Sky), i GDM – che del post rock sono stati gli alfieri (indipendenti) italiani fin da tempi non sospetti – tornano dopo 6 anni di silenzio e riescono a trovare una quadra fra suoni sintetici e i soliti, maestosi intrecci di chitarra e fiati.
Il nuovo album, “Different Times”, è uno sguardo sul tempo che scorre: licenziato da 42 Records, vanta ospitate di classe come quella di Robin Propper-Sheppard (Sophia), Daniel O’Sullivan, Glen Johnson (Piano Magic) e Adele Nigro (Any Other). Per questi “tempi diversi” i ragazzi di Cavriago azzardano pure un tour in Cina: siamo sicuri che anche i compagni dell’est sapranno apprezzare.
Daniel O’Sullivan potreste averlo già visto e sentito decine di volte, pur non sapendo chi sia e che fattezze abbia il suo volto. Come ciò sia possibile lo spiegano le sue collaborazioni e le formazioni in cui ha militato: Ulver, Grumbling Fur, Æthenor e Sunn O))) – giusto per citare le più conosciute. Lui è inglese – zona Manchester – e fa esattamente la musica che ci si aspetta da uno che ha la “O’” nel cognome e il pedigree appena citato: una musica plumbea, ancestrale, anche solenne, che pesca dal folk (filone apocalyptic incluso), dal drone, dall’elettronica e anche da certa wave, con la sua voce perfettamente bilanciata tra il melodico e il cavernoso a cucire assieme tutte queste suggestioni sonore. Stasera torna a Ravenna in trio, dopo il live a Transmissions Festival di qualche tempo fa.
Scritto da Andrea Sassano