La nuova mostra collettiva NO CANVAS è preceduta da una domanda: cosa succede “al di fuori della tela”? La tela è il medium per eccellenza, il supporto primario di tutta la tradizione pittorica, fino a giungere al taglio della tela stessa e all’aggiunta di elementi esterni alla pittura. Quindi, cosa succede quando questo medium viene rifiutato e sostituito da materiali alternativi? Saranno esposte opere pittoriche su svariati supporti: di Renata Boero il Cromogramma, degli anni ’70, in cui la pittura è intesa come ritorno primordiale alla natura e agli elementi essenziali alla vita; di Dadamaino, pseudonimo di Edoarda Maino, che a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta ha contribuito a elaborare una via alternativa al dominante Informale, è presentato il Movimento delle Cose, fatto in mordente su poliestere; e ancora i meravigliosi vetri di Mondino, l’opera Iznik, che riproduce una finestra aperta su un mondo delicato e floreale. Esempi interessanti dell’interazione fra “no canvas” e la scultura sono le opere di Nanni Valentini, opere in cui dialogano la pittura e la terracotta.
Non può mancare la gommapiuma, materiale difficile, deperibile, fragile, con cui Turcato ci fa immaginare la superficie lunare e i suoi colori dello spazio.
Immancabile è la scultura: verrà esposta una selezione di opere che tracciano i punti cardine della scultura contemporanea italiana da Fausto Melotti ed Edgardo Mannucci a fino a Eliseo Mattiacci, Luigi Mainolfi e Giacinto Cerone. Ogni scultore selezionato ha un materiale di elezione: il ferro di Mattiacci, l’acciaio di Melotti, il rame ossidato fuso con il bronzo di Mannucci, la terracotta di Mainolfi e la ceramica e il gesso di Cerone.
Inaugurazione sabato 26 novembre alle ore 18:00.
Scritto da LR