La mostra nasce dall’esigenza di promuovere e di valorizzare l’operato di varie artiste attive a Bologna analizzando un particolare aspetto della loro produzione, ossia lo sguardo rivolto alla natura e, nello specifico, alla vegetazione: uno sguardo che non cede alle sue forme più ovvie e scontate, dai fiori per motivi ornamentali ai frutti ideali per le nature morte, ma ai suoi elementi strutturali, quali foglie, rami o radici, intesi come nuclei ideali di processi astrattivi e trasformativi. Processi che, mediante l’elaborazione plastica o concettuale, distillano dal modello iniziale forme inattese e significati inediti.
Le artiste invitate sono: Sergia Avveduti (1965), Pinuccia Bernardoni (1953), Mirta Carroli (1949), Valentina D’Accardi (1985), Giulia Dall’Olio (1983), Sabrina Mezzaqui (1964), Sabrina Muzi (1964), Francesca Pasquali (1980), Greta Schödl (1929) e Sissi (1977). Si passa dalla scultura in acciaio all’installazione di oggetti, dalla fotografia al disegno fino alle più radicali ricerche concettuali, con l’obiettivo di illustrare le numerose vie della creatività al femminile nella città di Bologna, oltre ogni visione stereotipata e a confronto con un tema quanto mai attuale, la relazione con l’ambiente e la comprensione dei confini tra la dimensione naturale e quella artificiale.
Scritto da LR