C’è stato un tempo in cui crogiolarsi nel proprio dolore sembrava non essere poi tanto male. Era a metà anni Dieci, quando gli schiaffoni dei Fine Before You Came e dei Verme si appiccicavano in faccia, lasciando con la sensazione di aver ricevuto in realtà una carezza biasimante. Sulla scia di queste due band nacquero gruppi destinati a dar vita a una nuova stagione emo punk dalle più varie sfumature.
Nel 2014, tra il marasma di uscite, l’omonimo album dei Riviera riuscì a far breccia tra molti aficionados del genere più sferragliante e melodico. Da allora il gruppo romagnolo ha però tenuto un profilo molto basso, defilandosi prima, per poi allontanarsi, riallinearsi e dare alle stampe un secondo disco, “Contrasto”. E forse è per questo che i Riviera hanno sempre avuto un non-so-che-di-culto: per via dei sing along, delle chitarre emo punk degne della miglior tradizione, dei fiati che danno un senso di epicità e, soprattutto, per via della rarità de loro concerti (i cinque sono sparsi in giro per l’Europa, indaffarati con le rispettive vite).
Stasera insieme ai Moregrè per una No Border Cup emozionale.
Scritto da Marco Frattaruolo