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ven 04.07 2025 – dom 13.07 2025

Santarcangelo Festival 2025

Dove

Santarcangelo di Romagna
Santarcangelo di Romagna

Quando

venerdì 04 luglio 2025 – domenica 13 luglio 2025

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«L’incertezza come spazio di possibilità». È la riflessione che attraversa la 55esima edizione del Santarcangelo Festival, in programma dal 4 al 13 luglio 2025, diretta per il quarto anno consecutivo da Tomasz Kireńczuk. not yet è il titolo scelto: due parole che contengono la tensione tra ciò che non è ancora stato detto e ciò che potrebbe accadere. Un invito a considerare il presente non come passaggio neutro, ma come campo di battaglia dove corpi, linguaggi e desideri reclamano visibilità e legittimità.

«Viviamo in una società che legittima la paura – spiega Kireńczuk – e la usa per creare gerarchie, marginalizzando storie e soggettività. Ma è proprio nell’incertezza che possiamo trovare nuove forme di organizzazione sociale e di relazione». La nuova edizione si muove lungo questo crinale, interrogando ciò che è invisibile, vulnerabile o dimenticato, e portando in scena 38 compagnie da tutto il mondo, 140 proposte performative, 20 prime nazionali, in un percorso che si snoda tra Santarcangelo, Rimini e Longiano.

A tornare al centro è Piazza Ganganelli, luogo simbolico della città e del Festival, che ospiterà le performance di Xenia Koghilaki, Tiran Willemse con Nkisi, e La Chachi, in dialogo con lo spazio pubblico e le sue tensioni. Un altro ritorno significativo è quello degli spazi delle ex-corderie, cuore industriale dismesso, che verrà abitato per la prima volta dal 2013.

Come sempre, Imbosco si conferma luogo dell’estensione notturna del Festival: quest’anno ancora più radicale, con una nuova idea di festa affidata a tre collettivi (Industria IndipendenteKEM e Parini Secondo) come pratica di cura, resistenza e dilatazione del tempo.

Tra le performance più attese, l’œil nu di Maud Blandel (4 e 5 luglio), che apre il festival con una riflessione poetica sulla degenerazione stellare, trasformando un fenomeno cosmico in materia coreografica. L’osservazione di un fenomeno naturale – l’immensità del mare – è il fulcro anche della ricerca che conduce la canadese Clara Furey nel suo UNARMOURED, spettacolo scelto per la chiusura del 13 luglio al Teatro Galli di Rimini. Al Galli anche il ritorno di Alessandro Sciarroni con U. (un canto), una performance musicale costituita da canti corali tratti dal repertorio italiano composti tra la metà del secolo scorso e i giorni nostri. Tra le gradite riapparizioni anche Dewey Dell con Echo Dance of Furies , una danza animalesca e visionaria che racconta la paura come stimolo di cambiamento e Silvia Calderoni e Ilenia Caleo in scena al Teatro Petrella di Longiano con temporale {a lesbian tragedy}, progetto performativo che materializza l’inquietudine di questo tempo presente.

A collegare molte delle opere in programma è la volontà di riscrivere storie sommerse o negate: in Cinema Impero, Muna Mussie esplora la propaganda coloniale; in Dona Lourdès, Némo Camus rende omaggio alla nonna brasiliana; in THREESOME, Wojciech Grudziński si confronta con le vite marginalizzate di tre celebri ballerini polacchi del dopoguerra.

Il corpo è terreno di lotta e di creazione. Lo è per Venuri Perera ed Eisa Jocson in Magic Maids, sugli effetti complessi delle ingiustizie storiche sulle pratiche lavorative moderne. Lo è per Jéssica Teixeira, che in Monga dà voce alla tragica storia di Julia Pastrana, donna-monstrum dei freak show ottocenteschi. Lo è per Eli Mathieu-Bustos che trasforma in gesto l’esperienza del razzismo subito, e per Hana Umeda, che in Rapeflower evocando la tradizione della danza Jiutamai, arte giapponese del XIX secolo, rappresenta lo stupro come “condizione”.

Al centro del Festival anche la riflessione sul piacere, come atto politico e di liberazione: in This resting, patience, Ewa Dziarnowska sospende la logica produttiva del tempo teatrale, e in Placebo Dances, Flavia Zaganelli nel quale la danza diventa il modo per salvarsi in un tempo di catastrofe

Non mancano infine i progetti legati al territorio: MISTAKES, a cura di Teatro Patalò, e VERTIGINE, spettacolo conclusivo della non-scuola del Teatro delle Albe, restituiscono il lavoro di mesi con le ragazze e i ragazzi delle scuole locali, intrecciando educazione e creazione artistica.

In un mondo che chiede risposte immediate, Santarcangelo Festival 2025 insiste sul valore del dubbio, dell’ambiguità, della ricerca: un tempo condiviso che non vuole spiegare, ma aprire spazi di ascolto, presenza e trasformazione.

Scritto da La Redazione