Dilan Perisan presenta Muhabbet (Conversazioni affettive) a cura di Agnese Politi. Il progetto nasce dalla tensione tra convivialità e intimità e prende corpo attraverso un’indagine su come materia umana e non umana, geografie affettive e rituali si influenzano e si ridefiniscono reciprocamente. La mostra si configura come uno spazio di incontro in cui elementi eterogenei si avvicinano, entrano in dialogo e danno luogo a dinamiche che emergono nello scambio più che nella loro convergenza. Il concetto di muhabbet, radicato nelle forme di prossimità affettiva delle tradizioni sufi e alevite, attraversa questo orizzonte come una pratica che accoglie intensità e ritmi diversi, lasciando che elementi dissimili si incontrino senza perdere la propria singolarità.
Il Mar di Marmara e il Mar Nero, che scorrono affiancati nel Bosforo mantenendo condizioni idrografiche proprie, offrono un’immagine che accompagna la ricerca di Perisan. Come i due mari, anche i materiali messi in gioco dall’artista conservano differenze, strati e tempi distinti. Perisan lavora nella compresenza di elementi compositi segnati da precarietà e trasformazione. Le opere combinano materiali di provenienza diversa che trattengono tracce di processi asincroni, dagli oggetti condivisi o scambiati in contesti conviviali agli scarti quotidiani, facendo emergere l’opacità delle storie in cui si sono formati e una temporalità stratificata che abita la materia.
Una dimensione sociale e politica, intrecciata a quella relazionale, rimane in filigrana. La vita segnata da contesti differenti, le tensioni storiche che incidono sugli spazi abitati e le forme instabili di appartenenza che ne emergono orientano il modo in cui Perisan costruisce la propria pratica. In questa complessità si inscrive una solitudine diffusa e condivisa, una condizione che attraversa corpi e luoghi e incide sulle modalità con cui si costruisce la vicinanza tra materiali e soggetti e sul tempo irregolare della pratica artistica. I legami che percorrono la mostra suggeriscono una relazione mediata, come se il contatto passasse attraverso una doppia pelle che protegge entrambe le parti, rendendo possibile la vicinanza senza cancellare la distanza. Pause e riprese modulano il processo di assemblaggio delle opere e le configurazioni che ne emergono, delineando un fare aperto, discontinuo, in continua mutazione.
Opening: Venerdì 5 Dicembre ore 19:00
Visitabile tutti i venerdì dalle 15 alle 20 (o su appuntamento)
www.marsaladue.it
Scritto da LR