I Blonde Redhead sono una delle band più eclettiche del panorama indie rock americano degli ultimi 20 anni. Al netto di occasionali cali di ispirazione e qualche giro a vuoto, sono riusciti ad alternare le sinfonie noise degli esordi e il dream pop barocco degli ultimi dischi, a mescolare no wave da museo e shoegaze da camera in maniera convincente e quasi sempre con un affascinante piglio arty, plasmando un suono piuttosto riconoscibile. Merito soprattutto del duttile timbro vocale della cantante di origini giapponesi Kazu Makino, sorta di geisha-guerriera a suo agio nello sbraitare slogan belluini così come nel sussurrare cantilene angeliche. L’ultimo EP della band è uscito nella primavera dell’anno scorso e si intitola 3 O’Clock. Arriva dopo la prova un po’ interlocutoria di Barragán a confermare che attualmente i Blonde Redhead sembrano voler scrivere la colonna sonora per un ipotetico sequel di Lost in Traslation, composta da suggestive ballad in slow-motion dall’approccio orchestrale. Infatti il trio arriva a Torino – per una rassegna ispirata all’avanguardia newyorkese nel cantiere artistico delle OGR – in versione di ensemble “allargato”, con l’inserimento di archi e fiati in formazione. Mentre il pittore Daniele Galliano immortalerà il tutto su tela in diretta durante il concerto, noi proveremo invano a capire la prossima mossa di questa piccola orchestra anarchica.
Scritto da Lorenzo Giannetti