Dalle verdi colline irlandesi allo spazio interstellare il passo è più breve di quanto si possa pensare. Tra le band post rock in assoluto più amate in Italia, i God Is An Astronaut restano un’esperienza da provare almeno una volta – e questo anche se l’ultimo Helios/Erebus ha già due anni di vita. Sul palco i gemelli Kinsella sono impeccabili e farsi attraversare dalla potenza e dalla precisione chirugica dei loro suoni è inevitabile. Una perfomance a tratti trascendentale, che fa sentire un piccolo Yuri Gagarin, capace di immergere l’ascoltatore, tra effetti, delay e ritmiche coese, in un immaginario fatto di nebulose, comete e galassie lontane.
Scritto da Simona Ventrella