Dal 2003 a oggi la ragione sociale degli Shout Out Louds non è mai davvero cambiata: essere la colonna sonora, rigorosamente in cuffia, per un nostalgico mosaico di ricordi. Uno di quei gruppi che accompagna e illumina i momenti di spleen di una vita – e alla fine pazienza se hanno accompagnato anche qualche serie tv strappalacrime. Con i loro slanci wave, l’indie pop scintillante fra reminiscenze dei Cure e melodie carezzevoli tipicamente scandinave, la formazione svedese cattura ogni piccolo sentimento, sia esso di speranza o disperazione. Tornano con un nuovo album, Ease My Mind, e un concerto per sognatori e non: una via di fuga, seppur momentanea, delle delusioni della vita.
Scritto da Fabrizio Melchionna