Per piacermi, il nuovo album di un musicista che apprezzo deve riuscire a fare due cose: suggerire nuove prospettive e da lì riportarmi a casa, alle sensazioni che avevo provato al primo ascolto. Con L’amore e la violenza Vol. 2 i Baustelle riescono a fare entrambe le cose. Il suono rimane quello a cui il Vol. 1 ci aveva abituati, più sostenibile rispetto alla complessità di Fantasma ma comunque articolato, con la solita presenza dei pezzi strumentali per dare un certo tono impegnato. “Dodici nuovi pezzi facili”, cita la copertina dell’album, composto da Bianconi in un impeto creativo post separazione, proprio durante il tour estivo del “primo capitolo”. Mai ci fu sofferenza riassunta in suono così pop! Una tragicità magnifica e oscena, che un tempo faceva sembrare l’adolescenza in provincia meno noiosa e oggi rende sopportabile la fine di un amore riempiendolo di metafore e citazioni. Insomma, la guerra non è ancora finita.