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sab 01.09 2018 – dom 14.10 2018

Hip Hop: dalla strada al museo. Fotografie di Michael Lavine.

Dove

Ono Arte Contemporanea
Via Urbana 6/cd, 40123 Bologna

Quando

sabato 01 settembre 2018 – domenica 14 ottobre 2018

Quanto

free

Hip-hop definitely taught me a lot. Having to create your own identity and become known and respected in a male-dominated field – it requires some guts. There are times you have to be strong, and times when you have to stand alone for what you believe in
Queen Latifah

I think a number of the leaders are, whether you like it or not, in the hip-hop generation. And when they understand enough, they’ll do wonders. I count on them.”
Maya Angelou

Una forma d’arte che è sempre stata al passo con il tempo, il presente e il futuro delle nostre forze, debolezze, miserie, vittorie e sconfitte. Visiva e sonora, una rivoluzione in evoluzione. Quello che sta accadendo oggi nel mondo dell’hip hop forse in pochi l’avrebbero immaginato, un vero e proprio movimento queertransfemminista ne sta rivoluzionando immaginario e narrazione. Mykki Blanco, Quay Dash, Dai Burger, CupcakKe, Princess Nokia, Zebra Katz, Cakes Da Killa, Big Freedia, Lizzo, KC Ortiz, Junglepussy, Angel Haze. E pensare che alle sue origini la parola data, la storia narrata, il cuore era maschile, misogino, omofobo, sessista e machista. Con rare eccezioni s’intende, quando l’hip hop esplode, i maschi sono duri, puri, le donne puttane, bamboline che si strusciano, non per una soddisfazione personale, ma per porgere i dovuti ossequi ai loro re, i gay sono froci a cui nei migliori dei casi è meglio sparare a vista. Già alla fine degli 80 qualcosa comincia a cambiare. MC Lyte, Queen Latifah, Da Brat, Lady Revenge e Gangsta Boo, sono tra le prime donne MC ad imporsi sulla scena. In fondo chi cazzo aveva deciso che quello fosse solo un terreno per maschi? Non stiamo parlando della fottuta bibbia. Nessuno ha deciso dall’alto, nessun super potere mistico. Grazie alle Salt-n-Pepa, Lauryn Hill, a Left Eye delle TLC le cose cambiano. E poi arriva quella foto di Micheal Lavine, la copertina di HARDCORE. Vorrei che pensassi anche a questa storia mentre questi meravigliosi scatti fotografici scorrono davanti a te. Ovvio che ci siano Jay-Z, Beastie Boys, Notorious B.I.G, Eminem, Missy Elliott, spezza un po’ la monotonia maschile della rappresentazione e celebrazione. Vorrei che cercassi tra le immagini di Google la copertina di HARDCORE, album d’esordio di Lil’ Kim, fotografata da Micheal Levine. Perché quel disco, perché Lei. Sono tutto quello che hai bisogno di sapere sull’hip hop. È l’Altra Storia. Perché quel disco ha aperto la strada ad una nuova generazione di artiste e Kimberly Denise Jones è diventata simbolo, icona, dea di un movimento che oggi celebra diversità e intersezionalità. Mentre osservi con ammirazione i ritratti di Jay Z e di Tupac, vorrei che ti ricordassi questa storia.

I used to be scared of the dick / now I throw lips to the shit / handle it like a real bitch.

Inizia così HARDCORE, inizia così la rivoluzione di Lil’ Kim. Gli uomini diventano bersagli, oggetti sessuali, improvvisamente l’ordine delle soggetto/oggetto cambia. Nessuna prima di lei aveva osato tanto, si era espressa così crudamente. Se prima non me la lecchi, non lo puoi infilare qui! Sputa rime e versi con orgoglio e disprezzo. Il flow di Kim non parte dal cuore infranto della donna tradita, la sua rabbia e indignazione non sono espressione di un amore ferito. A Lil’ Kim piace il cazzo, piace farsela leccare, esige amanti in grado di soddisfarla. Nessuna cena romantica, nessun altare. A Kim piace godere e te lo sbatte in faccia. Nel 1996 non c’era nessuno di più pericoloso e sovversivo di questa minuta ragazza afroamericana, che ama pistole e sesso, esige rispetto e pari opportunità. Sesso sicuro e orgasmi. La sua vita, il suo corpo, strumenti di piacere e di lotta, personale che diventa politico. La strada è il luogo e lo spazio in cui si intersecano gli elementi chiave della narrazione. Celebra il lusso e gli eccessi. Il fallimento del sogno americano, l’emarginazione. Lil’ Kim rappa per sopravvivere, per farsi ascoltare. La lezione è chiara, prima viene il mio piacere, poi il tuo. Non è una sola equazione di natura sessuale. È molto di più. È qualcosa di profondo e completamente nuovo. Sovversiva Kim.
Vorrei che ti ricordassi che in questa storia non ci sono personaggi minori. Lo sappiamo; ci sono i mostri sacri e gli intoccabili come Jay-Z, Notorious B.I.G., Eminem, Puffy. Ci sono anche gli stronzi arroganti, i misogini e gli omofobi. A volte coincidono. Ci sono Missy Elliott, Lauryn Hill, le Salt ‘N’ Pepa, Lil’ Kim. Sacre ed intoccabili non lo sono mai state. Stronze arroganti sì, per fortuna. Nostra.

Scritto da Paolo Santoro