Non basterebbe un manuale di mille pagine per descrivere l’importanza e l’impatto che Tama Sumo ha avuto all’interno della scena clubbing mondiale. Lei che da anni è una colonna portante del Panorama Bar e che si distingue soprattutto per la padronanza con cui si destreggia dietro la consolle. Nella sua autobiografia parla della sua musica come di una miscela tra comunicazione e divertimento, dove set senza regole suonano come una scarica di tensione emotiva per tutti i presenti, mantenendo la pista da ballo sempre viva e seducente.
Tra le dj meno “berlinizzate”, Tama Sumo si apre al proprio ascoltatore, globalizzando techno, house e ritmiche afro attraverso un mixing ammaliante e una giocosa mescolanza di beat spavaldi e inediti. Stanotte basteranno due giradischi e i suoi preziosissimi vinili per far sì che tutto il Basic venga trasportato all’interno di un viaggio in cui il tempo rallenterà a passo d’uomo, le preoccupazioni si allontaneranno pian piano e ballare la sua musica sembrerà la cosa più bella del mondo.
Al suo fianco ci sarà sua moglie, ovvero Lakuti, una delle personalità della scena house più apprezzate e rispettate. Cresciuta in quella Johannesburg vittima dell’apartheid, Lerato Khathi nei primi anni 90 riesce a organizzare dei party in un vecchio piccolo teatro del quartiere Soweto.
I party vanno avanti per due anni e lei contribuisce a portare l’house di Chicago in Sudafrica. Poi la svolta: a Londra con l’amico Portable, anche lui sudafricano, organizza “Süd Electronic”, party che diventano un must del clubbing londinese. Ora vive a Berlino, è sposata con Tama Sumo, è la label manager dell’Uzuri e alla fine del suo set house non vorrete far altro che abbracciarla.
Ad accompagnarle Agostino Casillo e, in Baaar Room, Paula Tape.
Scritto da L.R.