Una voce scura, inebriante, misteriosa, viscerale, austera che danza avvolta da suoni spigolosi e ritmi ossessivi: la cantante haitiano-francese Moonlight Benjamin con il suo album Siltane (2018) si proietta nell’olimpo delle voci nere della nuova world music. Un genere che scopre sempre di più le sue ambizioni pop, per effetto anche di produzioni  attente e di ricercate scelte estetiche. Ecco dunque che una nuova leonessa si aggira per i palchi d’Europa. È stato proprio un palco “di confine” come quello del Womax 2018 (alle Canarie) ad eleggerla tra le figure più interessanti di questa ricca scena musicale. Chi già ama Dobet Gnahoré e Fatoumata Diawara, può ritrovare in Moonlight Benjamin una nuova espressività e un travolgente approccio musicale: qui infatti le radici non sono più (solo) quelle del continente africano ma si attinge alla cultura creola, condendola con il blues, il voodoo e una punta di spigoloso rock, grazie all’ottimo lavoro dei chitarristi Matthis Pascaud  e Matthieu Vial-Collet. Completano la band:  Quentin Rochas al basso e Bertrand Noël alla batteria. Candiani Groove ancora una volta ci apre una finestra il mondo: ascolteremo il concerto ad occhi chiusi, seduti, sperando che un giorno questa rassegna trovi spazi adeguati, magari all’aperto, liberandoci dal torcicollo e dalla claustrofobia di un auditorium, dove si sente bene, ma che troppe volte ha frenato la nostra voglia di ballare, di muoverci, di spingere il vicino, di sudare e di ricevere da sottopalco la musicale benedizione della nostre amate sciamane. Moonlight pensaci tu.