Ci sono misteri che la scienza e il buon Giacobbo di “Voyager” ancora non sono riusciti a spiegare. Alcuni esempi: dov’è l’isola in cui se la spassano Elvis, Jim Morrison e Moana? Qual è il significato della trap? Ma, soprattutto, come fa Ozzy Osbourne a dimenticarsi del Parkinson durante i concerti e a richiamare ancora gente nonostante lo sputtanamento derivato dall’aver mostrato la demenza della sua prole? Non sgranocchia più pipistrelli tra una canzone e l’altra, non si orina più addosso in ascensore in compagnia di Joe Perry degli Aerosmith e non ha più la voce da brividi che ha accompagnato la mia adolescenza metallara, ma rimane un pezzo di storia e, sempre incredibilmente, riesce ancora a sfornare pezzi con un certo appeal, in una discografia più numerosa degli episodi di “Beautiful”. A 70 anni suonati, dopo una polmonite e una brutta caduta che l’hanno costretto ad annullare il tour europeo, è resuscitato ancora una volta e recupererà la data dell’1 marzo 2019 il 10 marzo 2020. D’altra parte si dice anche che ci siano degli scienziati che vorrebbero mappare il suo dna, stupiti della lucidità della sua voce, nonostante le mille peripezie. Highlander.
Scritto da The Fall of Because