La realtà più giovane è anche – non a caso – quella che più di ogni altra vuole avere un occhio di riguardo per lo spettatore, tanto da arrivare a farne il punto di riferimento ed il motore della propria programmazione: così nascono i Visionari, gruppo sempre più numeroso di spettatori “non addetti ai lavori” che dal 2007 si occupa di selezionare gli spettacoli tramite un apposito bando pubblico. I Visionari si confrontano in realtà, durante tutto il corso dell’anno, per scegliere gli spettacoli che comporranno soltanto una parte del programma del Festival, ma costituiscono comunque in qualche modo la bandiera e la cifra distintiva di Kilowatt.
Dedicato alle compagnie emergenti della scena contemporanea, italiana ma non solo, nei vari ambiti delle performing arts (oltre al teatro e alla danza, dal 2009 ha inaugurato la sezione musicale e dal 2010 quella delle arti visive), il festival si svolge nella splendida cornice di Sansepolcro (Ar), città natale di Piero della Francesca e borgo storico della Valtiberina. Nato nel 2003 e da allora promosso e realizzato dalla compagnia Capotrave con la Direzione Artistica di Luca Ricci, quest’anno Kilowatt propone – tra gli altri – Shailesh Bahoran e Redouan Ait Chitt, Sotterraneo, Cuocolo/Bosetti e Balletto Civile.
Inevitabilmente specchio fedele della desolata realtà del paese dal punto di vista produttivo, stritolata nella congiuntura paradossale di incuranza politica per la cultura e eccesso di regolamentazione del settore, la proposta artistica di Kilowatt risente talvolta di quella mancanza cronica di proposte che va desertificando, di anno in anno, il panorama del nostro spettacolo dal vivo. Che la rivoluzione possa davvero partire dal “basso”? Lo speriamo davvero.
Scritto da Matteo Torterolo