Contenere, trattenere ed esplodere. Sembra che la nuova versione di Angel Olsen sia un climax di sopportazione. Le note si aprono come lava, scendono lentamente, come se non volesse fare troppo rumore, come se volesse riparare al caos interiore, alle tempeste emotive, una compostezza che trae in inganno, dai boschi di cui si è stancata di essere fata e strega alle strade metropolitane che attraversa con piglio da chanteuse. Poi arriva il punto di rottura, di schizofrenia domestica, con quella voce, figlia di Edith Piaf e Dolly Parton, che rompe la quiete fasulla. L’impeto di una voce unica, fedele al tormento e al rigore, sorella bastarda di tutti le inquietudini del cuore. Nostra Sorella Resilienza.