Ad AngelicA arriva il suono della nuova musica brasiliana forgiato da Amaro Freitas, il cui approccio percussivo al jazz è debitore tanto dei ritmi tradizionali nordestini − come il Maracatu afro-brasiliano o la frenesia del frevo e del baião −, quanto del suono dei propri idoli, come Thelonious Monk, Chick Corea o Gonzalo Rubalcaba. Dopo l’esordio in patria di Sangue Negro, le uscite di Rasif (2018) e Sankofa (2021) per la britannica Far Out Recordings gli hanno fatto ottenere il riconoscimento della critica internazionale, che ha lodato la complessità ritmico-armonica del suo trio e la maturità, nonostante la giovane età, nel conciliare gli elementi più disparati in un caleidoscopio espressivo del tutto personale. Una caratteristica che emerge ancor più nella dimensione del solo, che tende a liberarsi dalle forme esistenti per spaziare trasversalmente dallo stride jazz di Art Tatum all’impressionismo di Satie, dall’Africa ancestrale alle rarefazioni percussive del piano preparato di John Cage. Questo concerto è il primo piano solo in Italia di Amaro Freitas.
Scritto da LR