Il progetto espositivo, curato da Andrea Zanotti, Roberto Balzani, Antonio Danieli e Luca Ciancabilla, presenta un connubio originale tra collezioni museali dell’Ateneo bolognese, exhibit immersivi e interattivi creati ad hoc e opere di arte moderna, come quelle di Bartolomeo Passarotti, Giacomo Balla e Mattia Moreni, opere – dipinti e sculture – di Nicola Samorì, e oggetti provenienti dall’Agenzia Spaziale Europea, che esprimono una visione unitaria della cultura e di alleanza tra arte e scienza che qui è riproposta al pubblico in un percorso di ricerca tra passato e scenari futuribili.
L’endiadi arte e scienza rappresenta la chiave di lettura per interpretare la storia e intercettare nuove traiettorie di sviluppo della società. In bilico tra due dimensioni cronologiche, distinte ma complementari, la mostra avvia una riflessione a partire dalla figura di Ulisse Aldrovandi (1522-1605), uno dei più grandi scienziati della natura del suo tempo, di cui quest’anno si celebra il 500° anniversario della nascita. Grazie alla sua straordinaria capacità di osservare, catalogare e conservare i reperti che la natura, nel corso del suo farsi, ha lasciato dietro di sé, Aldrovandi è di fatto il fautore del moderno museo di Storia Naturale, un luogo di memoria e conoscenza, in cui si sedimenta il fondo ancestrale delle nostre origini.
L’opera del naturalista bolognese, tuttavia, non è proiettata solo verso il passato: la sua capacità fantastica, perfettamente incarnata dal suo scritto più sorprendente, la Monstruorum Historia colloca l’opera dell’Aldrovandi oltre il tempo e sulla soglia di un mondo altro, che guarda al futuro. Ulisse Aldrovandi incarna, dunque, due anime: lo scienziato, osservatore di una realtà che è già stata, e l’artista, che immagina e dà forma a ciò che sarà, spingendosi, come farà secoli dopo la fantascienza, a svelare scenari destinati, col progredire della scienza, a trasformarsi in realtà.
Il percorso espositivo mette in luce le faglie di discontinuità che hanno costituito le tappe del percorso conoscitivo dell’uomo e offre ai visitatori gli strumenti per riflettere sul progresso dell’umanità, sul binomio uomo-natura e sul ribaltamento di questo paradigma.
Orari: da martedì a venerdì ore 11-19.30; sabato e domenica ore 10-20. Lunedì chiuso.
Scritto da LR