Fondazione MAST, presenta dal 5 luglio Animo, Cipputi! Un racconto di 50 anni di lavoro in Italia nei disegni di Altan, una mostra curata da Cosimo Torlo in collaborazione con Altan e con il supporto di Solares Fondazione delle Arti.
L’esposizione nella MAST.Gallery 0 – che fa parte delle iniziative per i 100 anni dell’impresa G.D e i 10 anni di Fondazione MAST – è dedicata al personaggio iconico creato da Altan che ripercorre le opere di un artista che ha saputo raccontare con grande acume e irriverenza l’Italia e le sue trasformazioni degli ultimi decenni.
Cipputi, l’antieroe-operaio di Altan, si inserisce appieno nella dimensione culturale di Fondazione MAST, da sempre impegnata sul tema del lavoro, e di G.D, azienda specializzata in soluzioni industriali che, grazie al contributo del capitale umano che ne è partecipe da decenni, ha costruito la propria identità di alta tecnologia con un patrimonio di conoscenza e di consapevolezza non solo sul lavorare, ma anche in termini di responsabilità sociale, di welfare, di solidarietà.
“Fare del lavoro una cultura e della cultura un lavoro”: sono parole che legano insieme queste due realtà, che rappresentano da un lato la cultura aziendale dell’impresa che si è consolidata nel tempo (G.D) e dall’altra quella della creazione di uno spazio innovativo e partecipativo di produzione del pensiero sul lavoro (MAST).
«Raccontare una storia gloriosa: è questo l’intento della mostra», spiega il curatore Cosimo Torlo. «L’idea di dedicare una mostra al personaggio Cipputi nasce dal bisogno di ricordare chi siamo stati, chi siamo e dove vorremmo andare. Oggi il lavoro è uno dei temi sempre meno centrali nel dibattito politico, sociale, culturale il che è incredibile perché senza lavoro non c’è futuro».
Questa premessa è necessaria per capire l’impostazione dell’esposizione, che non vuole essere una semplice mostra dei disegni più significativi di Altan, ma è affiancata da materiali che raccontano questa storia con immagini e altri lavori, con i suoi disegni più sociali come ad esempio quelli di anziani, donne e tavole “mitiche”.
Sagace, disincantato, caustico, il personaggio creato da Francesco Tullio Altan è divenuto emblematico: il suo nome è entrato nel linguaggio comune per indicare l’operaio per eccellenza, ma anche un lavoratore dalla coscienza di classe e sindacale perfettamente formata. Cipputi è un uomo che lavora e fa il suo dovere, ma il suo impegno non sempre viene premiato dalle politiche industriali, dalle logiche aziendali, dalle pressioni del mercato. Alle avversità risponde con amara ironia, consapevole delle contraddizioni del presente.
L’esposizione vuole trasmettere al visitatore attraverso i disegni e gli audiovisivi quella storia, con i suoi pregi e difetti. Il percorso è scandito per decenni, dagli anni Settanta alla prima decade del nuovo millennio. 227 opere, di cui 201 originali e 26 stampe digitali. I pannelli raccontano gli eventi salienti di ogni decennio: contratti nazionali, vertenze fondamentali, clima politico, eventi internazionali, conquiste sociali supportate dalle parole d’ordine di quegli anni per mostrare il volto reale di Cipputi, della cui silhouette sono esposte quattro grandi sagome, con le quali dialoga simbolicamente un modellino del «Monumento all’operaio» di Pietro Perotti e Altan.
Il percorso espositivo include inoltre il documentario “Mi chiamo Altan e faccio vignette” di Stefano Consiglio, in cui l’autore di Cipputi racconta la nascita e l’evoluzione del suo personaggio, ed è accompagnato da un catalogo edito da LiberEtà in vendita al MAST.Point.
Orari:
martedì – domenica
10.00 – 19.00
Scritto da Salvatore Papa