Due blocchi di acciaio alti 10 metri, progettati da Set Architects di Roma, che si fronteggiano all’angolo tra via dei Carracci e il ponte di Via Matteotti convergendo l’uno verso l’altro fino a delimitare una fessura larga appena da far passare un persona. Ai lati, orbite vuote sovrastano il percorso ripetendosi in maniera ossessiva in tutte le direzioni. Rappresentano le celle dei deportati; il vuoto lasciato da chi le occupava.
Ed è stato Peter Eisenman, architetto che ha stilato il progetto del Memoriale di Berlino, a presiedere la commission che ha selezionato il progetto del gruppo di architetti romani trentenni tra i 284 presentati.
Scritto da Salvatore Papa