Il progetto di Palazzo Bentivoglio che ogni mese mette a disposizione dello sguardo dei passanti un pezzo dalla sua collezione, presenta per il suo terzo appuntamento un’opera che interroga lo sguardo dei passanti e nella sua nuova collocazione aggiunge significato al suo messaggio.
Il giardino perduto di Matteo Nasini usualmente inserita tra le colonne neoclassiche delle stanze del Palazzo, si presenta in una veste allestitiva completamente nuova che dimostra la necessità di tornare ciclicamente con lo sguardo sulle opere della collezione con occhi rinnovati. Tra le riflessioni che il progetto pone c’è infatti quello della polisemia dell’opera: riallestita all’interno di uno spazio neutro come quello della vetrina, sollevata dal confronto con altre opere o spazi storicizzati, l’opera acquista infatti nuovi significati.
Le colonne che compongono l’opera di Nasini portano con sé innumerevoli significati mitologici e archetipici – dagli attributi iconografici di eroi leggendari come Ercole e Sansone, all’eco del crollo di un maestoso edifico nella Sala dei Giganti di Palazzo Te che frena la scalata all’Olimpo di Alcioneo e compagni – e, nella loro nuova collocazione, non solo interrogano i passanti su come l’arte possa partecipare alla loro vita, ma sono anche l’occasione per porre ai collezionisti nuove domande sulle opere che possiedono.
La riconfigurazione su strada, dunque, apre inevitabilmente a nuovi significati, diversi e forse antitetici rispetto a quelli per cui Il giardino perduto era stata scelta, aggiungendo al progetto garage BENTIVOGLIO l’ulteriore merito di riportare, dalla strada alla collezione, un significato in più alla collezione stessa.
Da mercoledì a sabato, dalle 19.00 alle 23.00
Scritto da LR