Museo Spazio Pubblico presenta un nuovo progetto di Marcello Tedesco (Bologna, 1979) ospitato sia nello spazio interno del Museo, visitabile solo su appuntamento, che nel giardino adiacente, sempre fruibile dalla comunità e dai visitatori.
Dopo un articolato percorso di sperimentazione l’artista è pervenuto all’idea secondo cui la progettazione dello spazio collettivo non può oggi limitarsi esclusivamente alla consueta prassi di collocare nello spazio comune un’opera in una scala adeguata al contesto. Difatti questa, a prescindere dalla sua qualità, ha per sua natura un elemento divisivo intrinseco, che contraddice l’idea stessa di spazio pubblico. L’elemento divisivo consiste nel fatto che l’opera, così concepita, rischia di essere espressione di un particolare e ristretto ambito culturale e sociale che difficilmente potrà relazionarsi con la totalità della società.
La domanda che si è posto l’artista è se oggi esiste ancora una dimensione accomunante tutti gli esseri umani a prescindere dalle numerose differenze sociali, economiche e culturali.
L’installazione pensata nello spazio pubblico esterno ha come titolo Il giardino delle idee cristallizzate. Numerosi blocchi di salgemma rosa e grigia sono collocati su esili strutture di acciaio. Questi effimeri elementi, perfettamente assimilati e quasi mimetizzati nel paesaggio, sono intesi da Marcello Tedesco come sedimenti di idee cristallizzate, immobili e inerti manifestazioni di un passato che in qualche modo inibisce la formulazione di idee nuove, le quali a loro volta diventeranno comportamenti inediti. Il processo di trasformazione predisposto dall’artista consiste nell’esporre questi sedimenti minerali alle forze della vita: ossigeno, umidità, calore, luce, buio, tempo. L’azione concertata e simultanea di questi innesca un processo irreversibile di rarefazione progressiva della materia, che nel corso del tempo dissolve silenziosamente ma inesorabilmente i blocchi di salgemma.
Il processo materiale al quale assistiamo è similitudine di una trasformazione inerente ai pensieri che ogni singolo individuo può attivare per superare l’azione inibitoria che blocca l’affiorare di nuove prospettive. Attraverso il linguaggio di una scultura, intesa come capacità di rivelare le forze latenti della realtà, l’artista offre la possibilità di comprendere e interiorizzare uno stato di cose che riguarda ogni singolo essere umano e trarre dall’osservazione di questo processo ispirazione per la de-mineralizzazione dei propri pensieri.
Il processo appena descritto e le relazioni che innesca tra individuo e gruppo, tra paesaggio naturale e contesto urbano e il mutuo reintegrarsi di essi, sono come Tedesco intende l’opera pubblica in questo frangente. Dunque, in questo caso alla comunità è offerta una sorta di misterioso dispositivo per favorire quanto appare necessario attuare per la rigenerazione sociale, attraverso non astratte ideologie, bensì mediante un’esperienza reale.
L’installazione presentata all’interno di Museo Spazio Pubblico affronta, come l’opera nel giardino, il tema della dissoluzione dei sedimenti minerali. Tuttavia, qui la sostanza utilizzata è il cloruro di calcio, materiale mai utilizzato in campo artistico, il quale ricorda in modo impressionante l’aspetto delle ossa; come a dire che siamo davanti ad un processo di trasformazione molto profondo e radicale. Qui si affronta la dissoluzione di pensieri provenienti dal passato che si sono “nascosti” e intersecati nella parte più remota dell’essere umano e da lì agiscono come forze bloccanti.
OPENING: 14 giugno 2024, ore 18,30
MEET THE ARTIST: 25 giugno, ore 18,30
Scritto da LR