Attraversata da visioni oniriche e da esperienze corporali non verbali, come le pratiche di ipnosi guidata, questa prima parte ha un andamento racchiuso in un solo danzato da Megumi Eda, già storica danzatrice di Karole Armitage e interprete dai risvolti espressivi taglienti e neo classici. Un corpo, dunque, in uno slancio vitale, nel tentativo di aprire altri piani della memoria e riconnettersi alla propria storia. C’è sempre una certa delicatezza nell’affrontare la solitudine di un corpo, a dispetto della solidificazione quantitativa è possibile comprendere che la materia non è stupida, né cieca, né meccanica, ma che ha un ritmo, un linguaggio, un movimento interno e una propria organizzazione: un feeling.
Il lavoro ha debuttato nella versione teatrale a Torinodanza Festival e nella versione site specific presso il Museo di Arte Contemporanea Masi di Lugano ed è stato poi ospite nella Domus Aurea di Roma e al PAC / Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano.
Scritto da LR