Presentazione del libro edito da Alegre in collegamento con l’autrice. Partecipano all’incontro Martina Napolitano e Andrea Rizzi, che hanno tradotto il libro.
Nada Elia è una scrittrice palestinese della diaspora, attivista e professoressa universitaria di Global and Gender studies negli Stati uniti. È autrice tra l’altro di Trances, Dances, and Vociferations: Agency and Resistance in Africana Women’s Narratives (Routledge, 2000) e di Palestine: A Socialist Introduction (Haymarket, 2020). Fa parte del Palestinian Feminist Collective.
Oggi il pinkwashing fa parte della propaganda che presenta Israele come un’oasi di libertà e democrazia all’interno di una regione arretrata e omofoba. Ma nella realtà il colonialismo è sempre sessualmente violento. E la militarizzazione della società intensifica la matrice patriarcale delle comunità palestinesi così come normalizza la violenza in quelle israeliane, arrivando fin dentro le mura domestiche. È giusto allora, porre la questione femminista al centro dell’analisi dell’occupazione coloniale della Palestina. Perché, come dicono i collettivi femministi palestinesi, «non ci può essere una terra libera senza donne libere».
Scritto da LR