Il duo italo-brasiliano Hate Moss, composto da Tina (voce ed elettronica) e Ian (voce e batteria), arriva al Fermento in Villa di Bologna mercoledì 25 giugno alle ore 21 per presentare il nuovo EP “Mercimek Days”, uscito il 13 giugno per Trovarobato.
Mercimek Days ci mostra gli Hate Moss nella loro dimensione live, sottolineando tutta l’energia e la potenza che li contraddistingue da sempre on stage e che li ha visti esibirsi in innumerevoli palchi underground e in festival internazionali come la Biennale di Venezia (Italia), il Locomotiva Festival (Brasile), il Goiania Noise (Brasile), l’Indie Fest (Messico) e il Lockdown Action Festival (Regno Unito), condividendo il palco con artisti del calibro di Rakta, Boogarins, Ratos de Porão, Brek, C’mon Tigre, La Elite, Billy Nomates, I Hate My Village e molti altri. Il nuovo EP composto da un brano inedito, “AIKNOW” in versione studio, e da tre tracce registrate dal vivo nel marzo 2025 al Karga, un bar nel quartiere Kadikoy sulla sponda asiatica di Istanbul. Tra i brani live troviamo una versione alternativa della stessa “AIKNOW”, il brano “Remake the Time” (Parte 1 e Parte 2) – la cui versione originale si può ascoltare solo nel vinile dell’album di debutto della band Live Twothousandhatein – e “Birdaha”, brano cantata in turco e realizzato in collaborazione con Mutlu Oral, musicista e fondatore dell’etichetta Mevzu Records.
La musica degli Hate Moss si sottrae con ostinata e quasi programmatica elusività a qualsiasi comoda etichetta. Ed è forse in questa loro felice inclassificabilità che risiede una delle cifre più originali del progetto. In questo loro vagabondare fertile tra universi sonori apparentemente distanti, si può tuttavia scorgere l’ombra del cantautorato italiano e brasiliano degli anni sessanta e settanta, con la sua capacità di farsi cronaca interiore e sociale, che si fonde inaspettatamente con le visioni lisergiche della scena rave e trip-hop. Non mancano, poi, le scorie abrasive di un certo industrial e quasi a chiudere un cerchio ideale, si avverte un dialogo sotterraneo con quella frangia della scena alternativa italiana contemporanea che negli ultimi anni ha reinventato la tradizione.
A scaldare l’atmosfera ci penserà Plumbus, da Latina a Bologna con la sua architettura di chitarre, voci sospese, synth e drum-machine, per un set che viaggia tra folk, ambient e colonna sonora interiore.
Scritto da LR