“Did I never treat you right?/Did I always star the fight?/Either way, I’m going out of my mind/All the answers to my questions/I have to find” All Saints (Never Ever)

Playground Love e le canzoni d’amore, canzoni da letto, canzoni da struscio, canzoni con i peli pubici umidi. Diciamo che è da dieci anni la stagione del tuo ritorno. Sono passati pochi uomini, molti rancori e i film in dvd di Sofia Coppola. Ricordo con precisione la prima volta che ho ascoltato gli Air. Playground Love giocava e stuzzicava i miei desideri. Ho pensato fosse una premonizione. Prima di incontrarti. Sono passati 10 anni e qualcos’altro. Ho ricominciato a scrivere il tuo nome sulle mutande. Ho ricominciato a parlare di te. Risurrezioni pagane imbevute di vodka. Eppure a risentirla così, Playground Love, non avrei mai detto mi avrebbe ingannato. È colpa di quel ritmo sciolto al sapore di cioccolato, ciliegia e rum. Quel ritmo per cui il mio viso si incastra perfettamente sulla tua spalla, la tua mano sul mio fianco. A risentirla viene sempre voglia di arrendersi e spogliarsi. Un luogo sicuro. Innocente, malizioso. Ma è tutto così breve. Solo 3 minuti e 32 fottutissimi secondi. Tanto ti è bastato per spezzarmi il cuore. A questo aggiungiamo 10 anni di psicoterapia e siamo sempre qua. Playground Love, gli Air e un labirinto. Questa stagione di calori. Sono depressa, isterica, arrapata. Tu non torni. Avevo giurato di non aspettarti oltre. Ma cazzo, sono tornate le Babes In Toyland, le L7, le 7 Year Bitch. Sono tornate le Bush Tetras e sono tornate pure le All Saints. Alla fiera dei miracoli manchi solo tu. In questo labirinto dove lascio pezzi di me. Tu solo conosci la versione integra. La versione migliore. Tu solo sai che quando bevo tequila divento una sgualdrina, che questa canzone mi fa bagnare le mutande. Proprio dove ho scritto il tuo nome.