Hans – or – Don’t Bury Me In The Grave Of My Father è una ricerca sulla giustizia negata e sulla possibilità di riscrivere il passato. Tutto comincia con un archivio: oltre un migliaio di negativi lasciati da Hans (1911–1997), il pro-prozio che il visual artist austriaco Peter Pflügler non ha mai conosciuto davvero e che morì a 86 anni, dopo un tentativo di togliersi la vita. Nell’arco di cinquant’anni, dagli anni ’40 agli anni ’90, Hans ha fotografato sé stesso con dedizione ossessiva. Le tecnologie cambiano, il suo volto invecchia, le uniformi e gli scenari si trasformano; eppure rimangono immutati il suo sguardo in camera e un’ombra profonda e indecifrabile.
A partire da questo archivio, Peter comincia a scattare nuove immagini e avvia una ricerca quasi investigativa. Chi era davvero Hans? Perché fu emarginato e infine dimenticato? Gli indizi compongono lentamente una verità scomoda: l’oscurità che lo attraversava nasceva dalle violenze subite dal padre. Traumi che lo hanno isolato dalla famiglia e dalla società, spingendolo a formulare una volontà estrema e mai ascoltata: non essere sepolto nella stessa tomba del padre.
Peter riconosce parte della propria storia in quella di Hans. Ritrova schemi di dolore e silenzio che attraversano le generazioni. Le sue immagini cercano queste connessioni e sembrano domandare: come si dialoga con qualcuno che non si è mai incontrato? Come si fotografa un fantasma? Nuovi autoritratti e scene costruite danno forma a una narrazione alternativa, in cui la figura di Hans viene restituita alla sua complessità e alla sua forza. Qui, la sua eredità trova finalmente uno spazio, un senso, e l’ipotesi di un finale diverso. Sebbene il progetto sia ancora in corso, la conclusione si annuncia già: Peter riesumerà il corpo di Hans, per offrirgli la sepoltura che aveva desiderato.
La mostra si articola attorno a un’installazione video a tre canali che abbraccia la teatralità del lavoro di entrambi gli autori: tanto nella costruzione delle immagini quanto nel loro approccio performativo alla fotografia. Su tre schermi, foto e video appaiono e scompaiono, creando un dialogo incessante in cui le vite e le opere di Hans e Peter continuano a intrecciarsi.
L’esposizione accoglie la natura in divenire del progetto, nato durante l’edizione 2024/25 di Criticae, la masterclass online di fotografia documentaria di PhMuseum diretta da Elisa Medde e Laura El-Tantawy. Se la proiezione apre a configurazioni sempre nuove, lo spazio retrostante rivela il dietro le quinte: luogo di lavoro e spazio espositivo si incontrano, invitando a pensare la fotografia non come un insieme di immagini finite, ma come un’azione continua. Non solo una registrazione della vita, ma una forza che la muove, la mescola e la trasforma.
Hans – or – Don’t Bury Me In The Grave Of My Father è un’affermazione della responsabilità dei vivi: non è mai troppo tardi per rimettere mano alle storie, per renderle più giuste. È un racconto di scoperta e riparazione, di sollievo e di celebrazione: una rottura del silenzio e una restituzione di spazio.
Vernissage: 28 novembre 2025, ore 18:00–21:00
Giorni di apertura: 11 dicembre, 18 dicembre e 15 gennaio dalle 17:00 alle 19:00; altre date su appuntamento
Scritto da LR