Come rendere tangibili e comprensibili i termini di una sostenibilità tanto lontana dalla massa quanto vicina alla natura? L’eco-élite che colora i suoi intenti con termini quali sharing, bottom-up design o social architecture diventa sì coordinatrice ma invisibile, essa stessa partecipante alla costruzione di comunità e dialoghi. Attraverso le lenti della permacultura -o la capacità di ragionare come e con la natura- l’esplorazione dei modi di “vivere insieme” scavalca i confini del Parco Arte Vivente raggiungendo così il suo contesto urbano. Le esposizioni all’aria aperta e l’annesso museo interattivo del PAV hanno funzionato come fondale scenico ma soprattutto laboratorio per il workshop collettivo Wild Energies: vento, fuoco e persone in movimento. Svolto nel mese di marzo 2015 dalle artiste Marjetica Potrč e Marguerite Kahrl, il workshop poneva l’accento sul coinvolgimento e la responsabilizzazione delle comunità che abitano, usano, o vivono un contesto specifico, dando così vita a una piattaforma di foodsharing, modello possibile di costruzione di una comunità solidale. Marco Scotini, direttore del Dipartimento Arte Visive a Naba (Milano), accosta abilmente i risultati del lavoro svolto ai precedenti progetti delle artiste, quali l’africano Soweto Project di Marjetica Potrč e le sculture in canapa piemontese di Marguerite Kahrl.
Creando ponti tangibili tra parole chiave una volta indecifrabili Wild Energies, persone in movimento dà il via alla ricerca della resilienza, o della risposta più idonea, e pronta, a un cambiamento non poco invisibile.
Scritto da Anna Pagani