Opere straordinarie come La caverna dell’antimateria di Pinot Gallizio o la Canoa alchemica di Gilberto Zorio, e poi bellissimi Kabakov, Fontana, Tremlett, Pistoletto d’epoca, e Kapoor, e mille altri. Due percorsi espositivi, articolati fra l’ala grande del nuovo e metà del vecchio edificio museale, suddivisi in otto sezioni collegate dialogicamente con spettacolari evidenze, attraverso relazioni inedite e raffronti originali fra le opere che inglobano oppure evitano di volta in volta combinazioni filologiche per generi artistici, gruppi stilistici o cronologia storica, raccontano una prima parte del patrimonio d’arte contemporanea raccolto negli ultimi tre decenni dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato.
Scritto da Alberto Asquini