“Vedi Omar, quant’è bello”, verrebbe da esclamare, citando Totò, guardando questo musicista siriano della regione di Hassaka, che dalle feste di matrimonio è passato ai festival di mezzo mondo. I suoi video avevano scatenato su youtube discussioni tra i commentatori riguardo la sua provenienza e quella del “dabke”, la danza popolare araba del Levante. In particolare, un suo conterraneo si domandava cosa ci trovassero gli occidentali in quel provinciale che, nel suo Paese, non conosce quasi nessuno. Sta di fatto che nel corso degli anni le sue uscite sono state pubblicate da uno dei riferimenti assoluti per la scoperta di musiche “dal mondo” in occidente – l’etichetta Sublime Frequencies di Alan Bishop – e il suo primo (e a oggi ancora ultimo) album del 2013, Wenu Wenu, è stato prodotto da Four Tet. Per capirci qualcosa di più, non resta che andare a sentirlo dal vivo per la sua tappa torinese alle OGR. A fargli da contraltare, dopo questa botta di musica tradizionale, uno degli esponenti più quotati della PC music: Danny L. Harle, uno che non fa altro che schiacciare play sul mac e ballare (che poi in realtà è un grande cultore di musica). Quindi: Souleymani!
Per prepararci all’invasione pacifica di Omar Souleyman, abbiamo chiesto a Simone Bertuzzi – artista e ricercatore tra i più autorevoli in Italia nell’esplorazione di suoni e immaginari del mondo post-globale, co fondatore di Invernomuto, nonché uomo dietro all’antesignano blog Palm Wine – di fare un paio di domande proprio a Souleyman e di introdurci alla musica africana. Per Zero ha compilato una preziosa “selezione libera di tunes africani e della diaspora” che guarda al passato e al presente. Di seguito la sua mini intervista e la playlist. Soulemani!
SB – Il tuo approccio è cambiato dopo aver lavorato con Four Tet?
OS – No, affatto. Kieran Hebden è stato semplicemente il mio primo produttore del mio primo album in studio. Lui è sicuramente un producer importante e il contributo che ha dato al mio sound è stato molto importante e gliene sono grato. Ma non ha modificato, nè cercato di farlo, il mio approccio al fare musica, che al momento non prevedo di cambiare.
Suoni ancora nel tuo Paese (o in Turchia, dove vivi al momento per via della situazione in Siria)? Se sì, il tuo set è lo stesso che porti nei Paesi occidentali?
Un paio di settimane fa ho suonato al Love Festival a Instanbul e c’era il pubblico più entusiasta che abbia mai avuto in vita mia. Era la mia prima volta in Turchia e sono certo che sia merito del contesto, perchè il mio stile e i miei live non cambiano mai di Paese in Paese.
Sei una star nel mondo occidentale e molti musicisti e producer da questa parte del globo considerano la tua musica come un’ispirazione. Tu ascolti la musica occidentale?
No, non ne ascolto. Ma sono grato che ci siano musicisti che apprezzano ciò che faccio.
Di che cosa parlano le tue canzoni?
Le mie canzoni parlano soprattutto di amore e di tutto ciò che ad esso è legato: gelosia, gioia, intrighi, sofferenza e cose del genere.
TRADITIONAL TUNES
Lijadu Sisters – Life Is Gone Down Low
Edoheart – Sosomoneycockplease (Mpula’s Cuca and Castrol Oil Can Remix)
Mohamed Rouicha – Ya L’Hbiba
Mukunguni – New recordings from Coast Province, Kenya
Dur Dur Band – Dholey
CONTEMPORARY TUNES
مهرجان الناس جديد جدا Dj FiGo 2013 غاندى وفيجو
Ajebutter22 – Gbono Ft. Dr Sid
Dj Znobia – Marimba
R2bees Ft Bebe Sumtin – Omoge
Joey Le Soldat – D.M.D
Scritto da Salvatore Papa