C’è un’assonanza tra le visioni di Liam Gillick e la discografia dei New Order, perché in mezzo alle identificative tonalità di basso e al timbro vocale di Bernard Summer, c’è un paesaggio di armonie che potrebbe dialogare alla perfezione con le forme e i colori delle sculture dell’artista, che non a caso riconosce nel quartetto mancuniano una delle sue influenze. “So It Goes” è stato sviluppato nel corso di un’anno di collaborazione e presentato a Manchester nei Granada Studios, gli stessi dove nel 1978 Tony Wilson accese i riflettori televisivi su una delle più intense rivoluzioni musicali degli ultimi 40 anni, di cui i New Order e Joy Division ne furono attori primari. Lo spettacolo è un’opera a sé ed è rigorosamente catalogata come se fosse un prodotto della Factory, l’etichetta discografica creata da Wilson e che ha definito tutto quello che ha circondato la band, dalle grafiche di Peter Saville sino all’Hacienda. Questa è la seconda esibizione mondiale e si svolge in uno spazio testimone di un’altra rivoluzione, quella industriale e che ora dialoga con il futuro e dove da poco si è chiusa la mostra Like a Moth to a Flame co-curata dallo stesso Liam. Non saremo solo spettatori, verremo coinvolti emotivamente, immersi nelle canzoni del gruppo, tratte in prevalenza dagli archivi, rielaborate assieme ad un’ensemble di 12 sintetizzatori diretti da Joe Duddell e tradotte in forma visiva, secondo l’estetica di Gillick attraverso uno studio sul palco e sulle luci.
Scritto da Fabio Battistetti