A Caracas, nel 2007, centinaia di persone hanno occupato un grattacielo incompiuto di 45 piani, dando vita a una delle più grandi favelas “verticali” del mondo, trovando una soluzione creativa per migliorare le proprie condizioni di vita. Secondo lo stesso principio, ma con dinamiche e modalità ovviamente differenti, negli ex spazi di stoccaggio dell’Ideal Standard, in Vanchiglietta, è nato Samo. Prendi quindi un ex-magazzino di sanitari, probabilmente il simbolo della decadenza urbana per eccellenza. Rigeneralo e trasformalo seguendo le infinite possibilità della street-art e del graffitismo. Aggiungi del buon cibo, rigorosamente stagionale oltre che locale, e shakeralo con un’ottima programmazione musicale. Mettici anche un terrazzo con vista sulla skyline torinese. Il risultato della ricetta è il Samo, uno spazio di produzione indipendente che si espande per 400 metri quadri. Aperto nel maggio 2014, il SAMO si è affermato anche come area di aggregazione e autoproduzione artistica: le contaminazioni tra la street art e altri settori della produzione artigianale sono feconde e promuovono una sorta di formazione “informale” tra artisti e pubblico, una continua trasmissione della creatività. Un “open space for open minds” dove si mescolano tendenze artistiche e musicali diverse. E dove la scaletta che porta sul terrazzo è assassina, soprattutto dopo il terzo cocktail.