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Ex Asilo Filangieri

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Ex Asilo Filangieri Vico Giuseppe Maffei , 4
Napoli

L’involucro dell’ex scuola Filangieri è un incubatore di idee che si trasformano in reale, rigenerato da una porzione di persone che hanno formato i cosiddetti abitanti dell’asilo, lavoratrici e lavoratori dell’arte, della cultura e dello spettacolo in autogoverno. Un ampio, ampissimo contenitore ricco di esperienze plurime e varie che abbracciano ogni fascia d’età, ogni diverso interesse e ciascuna categoria sociale, riformandone un’unica, compatta comunità. Operativo da ben 4 anni, l’Asilo anche nell’aspetto rispecchia un integrità ed una pulizia nell’abito che sono poi le peculiarità stesse dell’organizzazione aperta di questo spazio, alla quale chiunque può partecipare e prenderne parte. Fin dall’inizio la moltitudine di artisti, operatori, ricercatori, studenti, lavoratori del settore culturale e liberi cittadini ha occupato e rianimato con spettacoli, concerti, presentazioni di libri, assemblee e seminari quello che prima era un’enorme spazio vuoto e privo di identità, contrapponendo all’immobilismo istituzionale un processo costituente di autodeterminazione e generando una nuova possibile forma di istituzionalità dell’arte fondata sulla cooperazione, sull’autonomia e sull’indipendenza della cultura.
Monito per l’Italia tutta, quest’anno il comune di Napoli ha dichiarato in una delibera la corresponsabilità degli abitanti verso quest’immobile di sua appartenenza. Teatro, musica, cinema, danza, arte e impegno sociale costituiscono la programmazione sempre attiva di questo luogo, che mette a disposizione di tutti un’offerta culturale di grandissima qualità e prestigio. Circuiti lontani dal credo della liberazione dell’espressione artistica e della cultura, dalle logiche del profitto e del mercato, in quanto manifestazioni della creatività, della libertà e della personalità umana, nonché contributo fondamentale alla crescita qualitativa della società. 
Uno spazio comune per lo spazio individuale che a propria volta si trasforma, e non solo rimane, in spazio collettivo. Un continuo mutamento di dimensioni, proprie e condivise, che si interpongono tra loro in una piramide in continua evoluzione. Un evoluzione che mantiene però un orizzontalità delineata dalla visione delle relazioni umane cooperativa e non competitiva e quindi costruendo un processo decisionale inclusivo e non autoritario.

 Un rapporto col territorio molto forte è forse l’unico carattere di questo spazio che tende a essere tutto e non qualcosa di specifico, per non limitarsi ed etichettarsi, per non perdersi qualcosa.
 E per non perdersi è in tavoli che si è costituita la struttura organica di questo stabile, tavoli per ogni disciplina e necessità. Micro-comunità sempre interscambiabili e aperte che operano sulle specificità dei temi e che a loro volta si coordinano con gli altri e ne diventano talvolta parte.
Un’oasi delicata questa, immersa in un vortice di stili e sensi che stanno formando, a loro volta, un vocabolario estetico a più mani, scandito da relazioni e valori. Reinterpretazioni della realtà e visioni metafisiche, analisi di un passato e scansioni di possibili futuri; gli scenari che offre l’asilo sembrano infiniti e si susseguono a spunti di riflessione in ulteriori e sempre accesi ragionamenti comunitari.
Perché è la comunità la linea di raggruppamento, il cerchio che tiene i cardini di questo sistema e lo fomenta, lo alimenta. Portandolo ad essere la realtà più viva nel territorio napoletano, più accesa e infojata che c’è.

Lucrezia Longobardi